Cultura

Ad Ascoli la mostra Rinascimento marchigiano, opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma

Fino al 2 febbraio 2020 al Forte Malatesta esposte 37 opere oggetto di restauro dopo il terremoto di tre anni fa. È la prima tappa di un'esposizione itinerante che toccherà anche Roma e Senigallia

ASCOLI PICENO – È stata inaugurata il 24 novembre e rimarrà aperta fino al 2 febbraio 2020 al Forte Malatesta di Ascoli Piceno la mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017, con cui si è avviato un importante lavoro di recupero delle opere d’arte danneggiate.

A tre anni dal terremoto del 2016 tornano nei “luoghi del sisma” 51 opere d’arte restaurate, di proprietà di 17 differenti enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, a cura di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, con il supporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e il contributo della Regione Marche, destinato agli eventi espositivi e alla valorizzazione e promozione del territorio e del suo patrimonio culturale.

La prima delle tre tappe previste per la mostra itinerante – che intende raccontare e illustrare i risultati di questa campagna di restauri – è appunto Ascoli Piceno, città posta nell’area del cratere sismico, presso il Forte Malatesta, negli ambienti progettati da Antonio da Sangallo il Giovane, dove è esposta una significativa selezione di 37 opere che vanno dal ‘400 al ‘700.

Tra queste crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che ancora oggi si trovavano all’interno delle chiese come oggetti di culto da parte dei fedeli.  Non mancano però nomi importanti come Jacobello del Fiore con la serie delle Scene della vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo, Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli musicanti di Sarnano, Cola dell’Amatrice di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora da Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l’esempio di Caravaggio.

La mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma rappresenta un viaggio nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico che, partendo dal centro della regione arriva fino alla costa. Proprio per questo la mostra è stata pensata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 approderà a Roma, presso il complesso monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, che ha permesso il restauro delle opere insieme ad Anci Marche, e infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre 2020, per favorire la conoscenza dell’operazione al grande pubblico, nazionale ed internazionale, che gravita nel periodo estivo lungo la costa adriatica

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