Cronaca

Vallefoglia, le spoglie di Marco Truffi finalmente a casa. Il funerale a Montecchio

Nel pomeriggio del 17 giugno verrà celebrato il rito funebre nella Chiesa Santa Maria Assunta di Montecchio così da permettere a parenti, amici e conoscenti di salutarlo per l’ultima volta prima della tumulazione nel cimitero locale

Montecchio nel Comune di Vallefoglia

VALLEFOGLIA – Marco Truffi è finalmente tornato a casa. Cala così il sipario su una vicenda che ha del surreale e che ha visto calpestata la memoria di un giovane ed il dolore dei suoi familiari. Nel pomeriggio del 17 giugno verrà celebrato alle 16 il rito funebre nella Chiesa Santa Maria Assunta di Montecchio così da permettere a parenti, amici e conoscenti di salutarlo per l’ultima volta prima della tumulazione nel cimitero locale. Già, perché a nessuna famiglia dovrebbe essere negato il diritto di sapere che un parente sia deceduto.

Marco Truffi
Marco Truffi

Ancora oggi sono tante le domande senza risposta che avvolgono la morte del 44enne ex operaio, deceduto in Germania ad Amburgo il 7 settembre 2019. A riaccendere i riflettori sulla vicenda dell’uomo era stata mesi fa la trasmissione Chi l’ha visto che aveva lanciato un appello: «Se qualcuno sa dove è Marco, chiami la trasmissione». I suoi familiari infatti, da quasi un anno e mezzo, cercavano Marco di cui si erano perse le tracce. Il video-appello aveva fatto rapidamente il giro dei social.

A scoprire l’amara verità sarebbe stata una ricerca condotta dal primo cittadino di Vallefoglia Palmiro Ucchielli nei meandri degli atti comunali da cui sarebbe emerso il tragico epilogo della vicenda: il database dell’anagrafe avrebbe ricevuto in data 5 febbraio del 2020, dal Comune di Urbino, a sua volta avvertito dal Consolato Italiano in Germania, la notizia del decesso. La notizia però non sarebbe mai stata trasmessa ai familiari.

Nonostante il dolore, la famiglia si è immediatamente messa in moto per capire dove si trovasse la salma di Marco scoprendo che era stata cremata e tumulata nel cimitero di Amburgo. Da lì è iniziato l’iter burocratico per il rimpatrio durato oltre tre mesi che oggi, dopo innumerevoli peripezie e spese salatissime da sostenere, vede finalmente la parola fine.

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