Cronaca

Tragedia di Servigliano, dopo la convalida del fermo per la mamma, parlano i legali

Confermata la misura della custodia cautelare in carcere per Pavlina Mitkova, la 37enne bulgara accusata di incendio doloso e di morte come conseguenza di altro reato. All'uscita dal tribunale di Fermo gli avvocati hanno incontrato la stampa. Ecco le loro dichiarazioni

Nelle foto: da sin. in senso orario i legali Emanuele Senesi (a sinistra), Gianmarco Sabbioni e Maria Cristina Ascenzo; Pavlina Mitkova scortata dagli agenti; Ali Krasniqi, il padre della bambina

FERMO – Confermata la misura della custodia cautelare in carcere per Pavlina Mitkova, la 37enne bulgara accusata di incendio doloso e di morte come conseguenza di altro reato. La donna, sentita oggi dal gip Cesare Marziali presso il Tribunale di Fermo, si è dichiarata innocente in merito a quanto avvenuto quella tragica notte dell’8 gennaio scorso nell’abitazione in via Circonvallazione Cluentina a Servigliano.

«Il giudice ha confermato la custodia cautelare in carcere – hanno spiegato i difensori Gianmarco Sabbioni ed Emanuele Sensei dopo che la donna è stata sentita per più di un’ora – L’indagata non ha reso l’interrogatorio ma solo dichiarazioni spontanee dichiarandosi innocente ed estranea a qualsiasi evento che abbia causato l’incendio».

«A oggi, le indagini, che sono ancora in corso, dovranno proseguire ed eventuali responsabilità dovranno essere accertate – hanno aggiunto gli avvocati della donna -. Non ci sono ancora gli esiti dell’esame dell’autopsia e quindi non si sanno né le cause della morte della bambina di sei anni né l’orario del decesso. Siamo quindi in una fase dove tutto deve essere accertato. Da oggi ci potremmo mettere tutti al lavoro per dare un contributo in maniera coscienziosa per la ricerca della verità e di ogni elemento utile».

La donna, assistita oggi da una interprete, «aveva delle serie difficoltà nel parlare e nel raccontare quanto accaduto quella sera – ha continuato Sabbioni -. La signora è dolorante sia fisicamente ma soprattutto moralmente; il dolore le si legge nel volto. Speriamo che con il passare dei giorni anche lei possa dare un contributo per far emergere dettagli o particolari che possono aiutare tutti nella ricerca della verità. È morta una bambina e questa storia strazia tutti noi».

La 37enne rimane dunque in carcere in attesa degli esiti dell’autopsia e degli esami tossicologici eseguiti sul corpo di Jennifer Francesca che chiariranno l’orario della morte della bambina. I risultati sono attesi per metà febbraio salvo richieste di proroga.

Nel frattempo il Tribunale dei minori di Ancona ha avviato la procedura per l’affidamento della figlia più piccola della coppia che si trova in questo momento in una casa protetta. Presente questa mattina in tribunale anche il marito della donna, Ali Krasniqi, assistito dal legale Maria Cristina Ascenzo, anche lui «vuole che sulla vicenda venga fatta chiarezza» ha riferito l’avvocato.

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