Cronaca

Tragedia di Servigliano, convalidato il fermo per Pavlina Mitkova

Questa la decisione del gip Cesare Marziali. Secondo il sostituto procuratore Francesca Perlini la donna sarebbe responsabile di aver causato la morte della figlia di sei anni, deceduta lo scorso 8 gennaio nell’incendio dell’abitazione. Presente anche il padre della bambina, Ali Krasniqi

Pavlina Mitkova, madre della bambina morta nel rogo di Servigliano, scortata dagli agenti
Pavlina Mitkova, madre della bambina morta nel rogo di Servigliano, arriva in tribunale scortata dagli agenti

FERMO – Convalidato il fermo per Pavlina Mitkova, arrivata questa mattina in tribunale alle 10:58. La donna, 37enne di origini bulgare, accompagnata dai legali Gianmarco Sabbioni ed Emanuele Senesi, è stata sentita dal gip Cesare Marziali per circa un’ora e mezza.

Gli avvocati di Pavlina Mitkova, Emanuele Senesi (a sinistra) e Gianmarco Sabbioni

Scarpe da tennis nere, pantaloni neri e giubbotto nero, ha varcato la soglia del Tribunale di Fermo scortata dagli agenti della Polizia Penitenziaria dopo essere arrivata dal carcere di Pesaro dove è detenuta con le accuse di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato.

Secondo il sostituto procuratore Francesca Perlini, la donna sarebbe responsabile di aver causato la morte della figlia di sei anni deceduta lo scorso 8 gennaio nell’incendio dell’abitazione in via Circonvallazione Cluentina a Servigliano.

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Tragedia di Servigliano, il legale della donna: «Fisicamente e psicologicamente provata»

Ali Krasniqi, il padre della bambina morta nel rogo di Servigliano
Ali Krasniqi, il padre della bambina morta nel rogo di Servigliano

Questa mattina in tribunale anche il padre della bambina, Ali Krasniqi, accompagnato dal legale Maria Cristina Ascenzo. «Una tragedia nella tragedia» ha riferito l’avvocato Ascenzo che ha spiegato anche quanto il marito della donna sia «molto provato da quanto avvenuto».

L’avvocato Maria Cristina Ascenzo difensore di Ali Krasniqi

Pavlina Mitkova aveva spiegato agli inquirenti che nella notte dell’8 gennaio l’abitazione era andata a fuoco e che aveva tentato di salvare entrambe le bambine. La 37enne aveva riferito di essere riuscita a portare fuori casa la figlia minore (che si trova attualmente in una casa protetta) ma di non aver fatto in tempo a rientrare in casa per salvare la maggiore, Jennifer Francesca, a causa del muro di fumo e fiamme che si era alzato all’ingresso dell’abitazione.

Una ricostruzione che non ha mai convinto gli inquirenti. Gli esami autoptici e le ricostruzioni di quella drammatica notte hanno infatti portato a una svolta nelle indagini, ancora in corso, lunedì 20, quando la donna, dopo essere uscita dall’ospedale in mattinata, è stata fermata dai carabinieri, come disposto dal provvedimento della Procura, e trasferita presso il carcere di Pesaro.

Il gip Cesare Marziali, dopo un’ora e mezza di interrogatorio, ha convalidato il fermo della donna.

Gianluigi Di Pilato, Comandante del Reparto Operativo all'uscita dal tribunale di Fermo
Gianluigi Di Pilato, Comandante del Reparto Operativo all’uscita dal tribunale di Fermo

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