Cronaca

Tentata rapina in pizzeria a Porto Recanati, il 31enne si difende: «Non ero io, ero all’Hotel House»

Il gip del Tribunale di Macerata, Giovanni Maria Manzoni, ha convalidato il fermo e confermato la detenzione in carcere per il pakistano

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Tentata rapina in pizzeria, ha respinto gli addebiti il pakistano di 31 anni sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il reato di tentata rapina commessa sabato scorso ai danni di un esercizio commerciale di Porto Recanati. Questa mattina per l’extracomunitario, clandestino, senza fissa dimora e gravato da numerosi ulteriori precedenti, attualmente ristretto nel carcere di Montacuto ad Ancona, si è svolta l’udienza di convalida in videoconferenza. L’indagato era collegato dal carcere, mentre in Tribunale c’erano il difensore, l’avvocato Simone Matraxia, e il giudice per le indagini preliminari, Giovanni Maria Manzoni.

L’avvocato Simone Matraxia

«Non ero io in pizzeria – ha ripetuto il pakistano al giudice –, dalle 20.30 ero all’Hotel House». Al gip poi ha mostrato mani e polsi facendo vedere di non avere tatuaggi. «Chi lo accusa dice che il rapinatore aveva dei tatuaggi sulle mani, ma lui non li ha», ha puntualizzato a margine dell’udienza l’avvocato Matraxia che, in merito alla misura, ha chiesto la scarcerazione del suo assistito. Per l’accusa il 31enne sabato scorso sarebbe entrato nella pizzeria Pizza Express in via Pietro Micca intimando alla titolare di consegnargli tutti i soldi dell’incasso, ma in difesa della donna intervenne il marito che mise in fuga il rapinatore. Dopo 24 ore i carabinieri avevano già individuato il presunto autore grazie alle testimonianze raccolte e alle immagini registrate dalle telecamere poste in prossimità dell’esercizio commerciale. Al termine dell’udienza il giudice ha convalidato il fermo e ha confermato la detenzione in carcere per l’extracomunitario.

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