Cronaca

Sant’Angelo in Pontano. Lupo intrappolato in una corda d’acciaio salvato dai forestali

Sono in corso le indagini per risalire all'identità del cacciatore che ha posizionato la trappola. Il ritrovamento fatto da un cinese che lo aveva scambiato per un cane e aveva dato l'allarme

MACERATA – Tutto è iniziato alcuni giorni fa quando un passante di nazionalità cinese ha visto l’animale a terra intrappolato in una corda d’acciaio e ha segnalato alla Stazione carabinieri Forestale di Sarnano la presenza di un cane ferito. Una pattuglia ha raggiunto immediatamente il posto indicato dall’uomo, nel territorio del comune di Sant’Angelo in Pontano, e ha constatato l’effettiva presenza di un animale ancora vivo rimasto intrappolato in una corda di acciaio, posizionata e utilizzata solitamente dai bracconieri come laccio per la cattura di fauna selvatica, cinghiali in particolare. Il laccio (che rappresenta un mezzo di caccia illecito), era stato collocato in prossimità di un sentiero interno ad un bosco non lontano da una strada comunale. All’occhio esperto dei Forestali, però, è apparso subito evidente che quello non era un cane ma un lupo, specie che per legge è “particolarmente protetta”.

Il lupo intrappolato

L’animale, pur non riuscendo a muoversi era comunque in buone condizioni di salute. Per liberarlo però è stato richiesto l’immediato intervento del personale del Centro recupero animali selvatici (CRAS) di Fermo che, tramite l’intervento di un medico veterinario, hanno anestetizzato l’animale per poter procedere in sicurezza alla sua liberazione dal laccio. Una volta addormentato, due operatori del Cras hanno recuperato il lupo e lo hanno trasferito nel “Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone” di Sasso Marconi in provincia di Bologna, un centro specializzato di riferimento per la cura degli esemplari di lupo. La procedura seguita è in conformità alle direttive della Regione Marche che prevedono, oltre le cure, lo svolgimento di successivi accertamenti del Dna e rilievi biometrici per scopi scientifici. Poi, una volta verificato lo stato di salute del lupo e somministrate le eventuali terapie medico-veterinarie presso il centro di Monte Adone, l’animale, come in tanti altri casi, verrà nuovamente messo in libertà nel suo ambiente naturale.

Nel frattempo sono subito partite le indagini di polizia giudiziaria da parte dei militari della Stazione carabinieri Forestale di Sarnano per identificare il responsabile dell’illecito (dal bracconaggio al maltrattamento di animali fino al reato previsto per chi cattura, preleva o detiene esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette). I militari hanno evidenziato con un plauso il senso civico e la prontezza del passante che con la sua tempestiva chiamata ha permesso di salvare la vita al lupo, la cui fondamentale presenza quale predatore contribuisce a garantire gli equilibri dell’ecosistema.

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