Cronaca

Potenza Picena, urta una bicicletta sulla Regina: recanatese condannato a 4 mesi

Il fatto risale al 7 dicembre del 2017. Il giovane in sella alla bici, un pakistano all'epoca 24enne, a seguito dell'incidente è in stato vegetativo. Riconosciuto il concorso di colpa

POTENZA PICENA – Drammatico tamponamento sulla Strada Regina, automobilista condannato a quattro mesi per lesioni stradali. L’incidente avvenne la mattina del 7 dicembre del 2017 lungo la strada provinciale nel territorio di Potenza Picena: erano circa le 6.45 quando un giovane pakistano, all’epoca 24enne, residente a Potenza Picena stava percorrendo in sella alla sua bici la Strada Regina. Come riferito dai familiari si stava recando alla fabbrica di scarpe dove lavorava quando fu falciato da una Mazda 6 che era dietro di lui. L’impatto fu violentissimo, nella caduta il giovane riportò un gravissimo trauma cranico e fu operato d’urgenza. Successivamente furono necessari ulteriori interventi neurochirurgici e una cranioplastica, ma da quel tragico giorno non ha più ripreso conoscenza e ad oggi è in stato vegetativo.

L’uomo che era alla guida dell’auto, un recanatese di 51 anni, era quindi finito sotto processo per lesioni stradali. Nel corso del dibattimento le parti si sono dati battaglia attraverso i propri consulenti per ricostruire la dinamica dell’incidente: per l’accusa a quell’ora c’era chiarore e l’automobilista avrebbe dovuto procedere con le cautele del caso, per la difesa a quell’ora era piuttosto buio e il ciclista avrebbe compiuto una manovra improvvisa inevitabile. Nel già complesso procedimento si è poi inserita la riforma Cartabia che ha reso il reato procedibile a querela. Così, accanto all’amministratore di sostegno che all’epoca era stato nominato per tutelare gli interessi del giovane (e individuato in uno dei due fratelli), è stata chiesta la nomina di un curatore speciale per proporre la querela e a febbraio è stato nominato l’avvocato Paolo Carnevali.

Mercoledì scorso in Tribunale a Macerata si è celebrata la discussione: il pubblico ministero Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna dell’imputato a un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa. Alla richiesta del pm si sono associate le parti civili: l’avvocato Alessandro Brandoni per la persona offesa, l’avvocato Marco Massei per i fratelli del giovane e l’avvocato David Severini per i genitori. La difesa invece ha sostenuto l’estraneità dell’imputato alle accuse mosse. All’esito della camera di consiglio il giudice monocratico Daniela Bellesi ha letto il dispositivo: ha concesso all’imputato le attenuanti generiche, ha riconosciuto l’attenuante del concorso di colpa e lo ha condannato a quattro mesi pena sospesa. Il magistrato ha disposto anche la sospensione della patente per sei mesi, condannando il 51enne al risarcimento dei danni in sede civile.

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