Cronaca

Potenza Picena, riceve 33.000 euro in un anno e mezzo: 38enne a giudizio per circonvenzione

Ma lei si difende: «Erano regali, avevamo una relazione». Lui, 56enne, affetto da un disturbo ossessivo compulsivo con problemi di abuso di alcol e di gioco d’azzardo ha chiesto 100.000 euro di risarcimento per danni patrimoniali, morali e personali

Il tribunale di Macerata

POTENZA PICENA – In circa un anno e mezzo avrebbe ricevuto da un 56enne con problemi psichici circa 33.000 euro tra ricariche della Postepay e bonifici bancari, oggi una 38enne di origine romena è stata rinviata a giudizio per circonvenzione di incapace. Ma lei si difende: «Erano regali, avevamo una relazione». La vittima, un 56enne, si è costituito parte civile chiedendo 100.000 euro di risarcimento danni. I fatti risalgono al periodo compreso tra luglio 2020 e gennaio 2022 poi il 56enne aveva deciso di denunciare la donna. Secondo quanto riferito all’autorità giudiziaria i due si erano conosciuti online, lei (residente fuori regione) gli avrebbe inviato numerosi messaggi affettuosi, lo chiamava “amore” tanto che lui pensava si fosse innamorata. Ma tra un messaggio e l’altro la donna gli avrebbe anche chiesto aiuti in diverse circostanze, dai compleanni ai funerali, dalle visite dentistiche alla riparazione dell’auto ad altri pagamenti vari.

L’avvocato Merys Teodori

Ogni volta, a detta della vittima, la 38enne si sarebbe impegnata a restituirgli i soldi prestati, ma le promesse sarebbero rimaste tali. In circa un anno e mezzo i due si sarebbero visti un paio di volte, senza consumare rapporti sessuali, aveva precisato al momento della denuncia l’uomo che soffre di un disturbo ossessivo compulsivo con problemi di abuso di alcol e di gioco d’azzardo. Costituitosi parte civile con l’avvocato Paolo Cecchetti, il 56enne ha chiesto un risarcimento di 100.000 euro per i danni subiti, patrimoniali, morali e personali. Oggi il gup del Tribunale di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha rinviato a giudizio l’imputata, il processo a suo carico si aprirà il 25 ottobre. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Merys Teodori, i soldi sarebbero stati regali fatti dall’uomo di sua sponte. «La mia assistita – ha spiegato il legale – ha scelto di non richiedere riti alternativi convinta di riuscire a dimostrare la propria estraneità alle accuse che le vengono contestate».

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