Cronaca

Porto Recanati, cocaina nascosta in una scarpiera: in manette albanese 39enne

L'arresto è scattato nella tarda serata di martedì scorso. In casa trovati anche 4.000 euro ritenuti provento di spaccio. Oggi, nell'udienza di convalida, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere

PORTO RECANATI – Cocaina nascosta in una scarpiera e 4.000 euro in contanti, in manette un meccanico albanese 39enne. Oggi davanti al gip lo straniero si è avvalso della facoltà di non rispondere, la difesa ha chiesto il permesso per andare a lavoro. Tutto è nato a seguito di un controllo su strada. Nella tarda serata di martedì scorso gli agenti della Squadra Mobile di Macerata guidata dal commissario capo Anna Moffa, impegnati in servizi di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, avevano imposto l’Alt a un’auto.

L’uomo alla guida, un giovane di origine albanese già noto alle forze dell’ordine, ha subito dato segni di insofferenza al controllo destando più d’un sospetto negli agenti che hanno deciso di approfondire gli accertamenti sia sul 39enne sia nell’abitazione dell’albanese. E l’intuito degli investigatori è risultato corretto perché nella casa dell’uomo a Porto Recanati, sono stati trovati, nascosti in una scarpiera, oltre 50 grammi di cocaina. I poliziotti hanno rinvenuto anche un bilancino di precisione e 4.000 euro in contanti, somma che è stata ritenuta essere provento di spaccio e quindi sequestrata insieme alla droga e al bilancino. Informato dell’esito dell’attività il pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Francesco Carusi, su disposizione del magistrato il 39enne è stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida celebrata questa mattina. Il giovane è quindi comparso dinanzi al giudice per le indagini preliminari Daniela Bellesi insieme al proprio legale di fiducia, l’avvocato Gabriele Galeazzi, e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto, il legale ha chiesto il permesso per il proprio assistito per andare al lavoro e su questo il gip si è riservato di decidere.

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