Cronaca

Pesaro, la app per camuffare il numero di telefono: crede sia la banca, le spillano 14 mila euro

I carabinieri hanno denunciato un 30enne di origini albanesi per truffa aggravata nei confronti di una connazionale residente in città da tempo

PESARO – La App per camuffare il numero e fingere di chiamare dalla banca, poi la truffa.

Si chiama “Spoofing” ed è l’ultima frontiera della truffa. I carabinieri hanno denunciato un 30enne di origini albanesi per truffa aggravata nei confronti di una connazionale residente a Pesaro da tempo.
Tutto ha inizio con una finta telefonata proveniente dalla Ubi Banca, l’istituto in cui la pesarese, 22 anni, ha il conto corrente. Grazie a una app, il caller ID spoofing che consiste nel modificare il numero del chiamante fingendo di essere un istituto bancario, il numero era quello. Così, in buona fede la ragazza, ha ascoltato il finto bancario che le comunicava un finto cambio di credenziali, ma che al tempo stesso è riuscito a estorcere il pin della signora.

Qualche ora dopo ecco la seconda telefonata truffa. Questa volta arrivava da un finto numero verde e il tono era più o meno questo. I finti addetti alla sicurezza di Ubi Banca volevano verificare che la donna avesse autorizzato un bonifico da 14 mila euro. La ragazza ha detto no e i finti tecnici hanno messo in scena il copione. In pratica se voleva stornare e revocare il bonifico doveva leggere il messaggio che le sarebbe arrivato sul telefonino con un codice. Ma in realtà quello era il codice Otp, ovvero il codice di sicurezza che permette di effettuare il trasferimento di denaro. I soldi sono spariti dal conto.

Ma la donna, ormai preoccupata, ha notato subito il movimento e ha denunciato tutto ai carabinieri. I soldi erano finiti su un altro conto della stessa banca, a Mesagne, nel brindisino. Il malvivente era già riuscito a prelevare 3.500 euro. Così il conto è stato bloccato per evitare ulteriori prelievi.
L’uomo, ormai scoperto, ha tentato di togliersi dai guai effettuato un bonifico da 10 mila euro con la causale “Presunta Frode”.
Il 30enne è stato denunciato per truffa aggravata e la donna ci ha rimesso 3.500 euro. I carabinieri fanno sapere che la truffa dei falsi numeri telefonici è sempre più utilizzata dai malviventi che si servono di app che non solo nascondono il vero numero, ma simulano chiamate da altri fissi. Dunque massima allerta e mai fornire codici di sicurezza.

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