Cronaca

Paracadutista muore durante un lancio, indagato un filottranese

Si tratta del il fondatore e direttore della scuola di paracadutismo, frequentata dalla vittima, che aveva organizzato il volo a Lavello

Francesco Carone
Il paracadutista deceduto Francesco Carone

ANCONA – Un lancio con il paracadute finito in tragedia e l’istruttore si ritrova indagato per omicidio colposo in concorso insieme ad altre persone. C’è anche un filottranese nel fascicolo d’inchiesta aperto per la morte di un parà, Francesco Carone, 45 anni, barese.
L’uomo ha perso la vita il 4 agosto 2019, nell’aviosuperficie Falcone di Gaudiano di Lavello, in provincia di Potenza, in Basilicata, al culmine di un tragico lancio. Per l’incidente il pm della Procura potentinaMaria Cristina Gargiuloha indagato tre persone e tra loro c’è anche il filottranese A. G.della scuola di paracadutismo dell’Associazione Fly Zone (con sede a Potenza e a Recanati) frequentata dalla vittima e che aveva organizzato l’attività a Lavelloistruttore e pilota del Cesna da cui si effettuavano i lanci.

Con lui rischiano un processo anche P. T., 45 anni, di Bisceglie, “direttore di lancio”; D. V.43 anni, di Grottazzolina, nel fermano, l’istruttore del corso tenutosi nella stessa aviosuperficie dal 13 al 16 giugno 2019, che aveva rilasciato il brevetto a Carone.

Il pm nei giorni scorsi aveva chiesto l’archiviazione ma i familiari del parà, attraverso l’avvocato Aldo Fornari e lo Studio3A-Valore S.p.A., si sono opposti all’archiviazione e il gip ha accolto l’istanza ordinando un supplemento di indagini: sarà verificata la preparazione della vittima e l’idoneità della scuola di lancio.

L’archiviazione era stata chiesta in base alle conclusioni della consulenza tecnica affidata a Gianluca Gaini, istruttore e direttore di scuola di paracadutismo e di lancio e presidente della sezione di Firenze dell’Associazione Nazionale Paracadutisti D’Italia. Il consulente aveva ascritto l’incidente a una concatenazione di errori umani di Carone, paracadutista di lungo corso (già parà della Folgore tesserato dell’Andpi Barletta), ma “neofita” della specialità dell’ala vincolata, che prevede lanci da 1.500 metri con apertura automatica del paracadute tramite una fune di vincolo collegata all’aereo: aveva seguito il corso di giugno e il lancio del 4 agosto faceva parte dell’addestramento.

Per il Ctu la vela principale del paracadute non si è aperta a causa del passaggio nella gamba sinistra della funicella del comando di direzione posizionato sulla bretella destra, il che ha comportato un’apertura asimmetrica della velatura principale che peraltro, essendo rimasta legata alla fune impigliata, ha impedito l’azionamento del dispositivo di emergenza. Nessuna responsabilità in capo a terzi secondo Giani: scuola, istruttore del corso e direttore di lancio rispettavano gli standard richiesti.  

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