Cronaca

Omicidio sul lungomare Sud di Civitanova: tunisino condannato a 15 anni e mezzo

Il delitto era avvenuto l’8 agosto 2022 nelle vicinanze del parco Palatucci. Nessuna attenuante concessa, i difensori: «Valuteremo l'appello»

CIVITANOVA – Quindici anni e sei mesi è la pena inflitta oggi a Saidi Haithem tunisino 27enne, all’epoca domiciliato a Porto Sant’Elpidio, accusato di omicidio volontario di un connazionale 30enne, Rachid Amri, cugino di secondo grado, anche lui all’epoca domiciliato nel Fermano, e di porto di coltello.
Il delitto era avvenuto nella tarda serata dell’8 agosto 2022 nelle vicinanze del parco Palatucci. Haitem aveva raggiunto Civitanova per un chiarimento con il cugino, ma poi la discussione era degenerata e il 27enne aveva estratto il coltello sferrando un fendente contro il connazionale. Il colpo raggiunse il 30enne al cuore uccidendolo nel giro di pochissimo, a nulla infatti era valsa la corsa in ospedale. Il pubblico ministero Stefania Ciccioli aveva contestato all’extracomunitario il reato di omicidio volontario, senza aggravanti, per questo motivo i difensori, gli avvocati Francesco De Minicis e Giuliano Giordani, hanno potuto chiedere di procedere con rito abbreviato (con conseguente sconto di pena).

L’avvocato Francesco De Minicis

Questa mattina il pm Ciccioli ha chiesto la condanna per entrambi i reati a 16 anni e 4 mesi, i difensori hanno insistito sulla concessione delle attenuanti generiche concludendo con la richiesta del minimo della pena. Per la difesa infatti Haithem, subito dopo il delitto, si era adoperato per soccorrere la vittima e ad oggi ha risarcito parzialmente i familiari con qualche migliaio d’euro. In merito alla dinamica del delitto, secondo la ricostruzione della difesa, il 27enne era stato accusato dal cugino di avergli insultato la madre e per questo gli aveva dato appuntamento a Civitanova. Haithem però non era andato da solo, aveva portato con sé un amico e addosso aveva un coltello. In base a quanto riferito dallo stesso omicida quella sera aveva provocato col coltello delle ferite superficiali al parente che aveva reagito colpendolo alla testa con un bastone, a quel punto aveva inferto fendete al cuore. «Si è trattato di un dolo d’impeto – ha affermato l’avvocato De Minicis fuori dall’aula –, ma poi si è subito adoperato per soccorrere la vittima. Si vede anche dalle telecamere, dopo l’aggressione escono dal giardino Haithem con il suo amico seguiti dall’amico di Amri. Cercano una macchina per portare il ferito in ospedale e quando la vittima viene soccorsa, lui va via. A nostro avviso, era meritevole delle attenuanti generiche».

Di tutt’altro convincimento il giudice che ha condannato il tunisino a 15 anni e 6 mesi, non concedendo dunque le attenuanti. «Ci riserviamo di leggere le motivazioni della sentenza e valutare se impugnare o meno in Appello», ha aggiunto De Minicis. I legali insieme al loro assistito dovranno valutare se percorrere la strada del ricorso in Appello per ottenere il riconoscimento delle generiche oppure rinunciare all’impugnazione e ottenere l’ulteriore sconto di pena previsto con l’entrata in vigore della riforma Cartabia. In caso di rinuncia all’impugnazione in secondo grado è infatti previsto un ulteriore sconto di pena pari a un sesto, per il tunisino vorrebbe dire ottenere una pena finale di circa 13 anni.

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