Cronaca

Morì in un cantiere a Monsampolo del Tronto. La famiglia: «L’Asur non ha controllato». Esposto in procura

Il tragico infortunio avvenne il 17 dicembre scorso. La vittima, di Corridonia, cadde da un lucernaio. Ora il legale chiede alla Procura di Ascoli di indagare anche sull'operato degli ispettori

MACERATA – Era il 17 dicembre scorso quando Simone Santinelli, operaio 44enne di Corridonia, precipitò da un lucernaio da un’altezza di circa 10 metri. Sotto di lui non c’era niente, né una rete, nulla. A casa ad attenderlo, invece, c’erano la compagna e la figlia, una bambina di quattro anni e mezzo. Per accertare le responsabilità della morte di quel padre la procura ha aperto un fascicolo, a indagare è la procura di Ascoli perché l’incidente è avvenuto all’interno di un cantiere a Monsampolo del Tronto. Al momento sul registro degli indagati risultano iscritti il legale rappresentante della ditta per la quale lavorava la vittima e il direttore dei lavori che è anche coordinatore della sicurezza. Ma i familiari ora chiedono che gli accertamenti vengano fatti a 360 gradi.

L’avvocato Sandro Giustozzi

«Abbiamo presentato un esposto – ha spiegato l’avvocato Sandro Giustozzi – per chiedere che si accerti se gli ispettori che avevano il compito di vigilare per prevenire eventuali infortuni abbiano svolto o meno il loro lavoro, a nostro avviso no. Il loro compito è prevenire gli infortuni non sanzionare dopo che c’è stato il morto». Secondo il legale infatti ci sono buoni motivi per ritenere che ci siano state disfunzioni od omissioni da parte dell’organo deputato alla vigilanza del rispetto delle norme sulla sicurezza sugli ambienti e luoghi di lavoro, ovvero gli ispettori dell’Asur. «Di solito – ha spiegato l’avvocato – le responsabilità vengono ricercate nelle ditte coinvolte, ma noi riteniamo che si debba accertare le inadempienze anche di chi è deputato a controllare».

«Il lavoro da eseguire era imponente, dovevano essere rimossi oltre mille quintali di amianto – ha precisato Giustozzi – per un appalto di quasi un milione di euro. A gennaio 2020 la ditta inviò all’Asur il piano di lavoro a cui non seguì alcuna comunicazione, determinando così l’approvazione tramite il silenzio-assenso». Come previsto dalla legge, successivamente la ditta comunicò all’Asur l’inizio dei lavori. «Lo fece a dicembre di quell’anno – ha ripercorso l’avvocato – quindi l’Asur ha avuto quasi un anno per guardare quel piano. Tra l’altro di mezzo c’è stato il Covid e la conseguente emissione di vari Dpcm con specifici protocolli anti-contagio a tutela dei lavoratori. L’Asur avrebbe dovuto prescrivere alla società esecutrice di integrare il piano prima che iniziasse l’intervento edilizio e non lo ha fatto. Già da questo si capisce che il piano non è stato guardato per niente».

L’ingegnere Paolo Dignani

Ancora. Il 27 gennaio, nell’ambito dell’indagine venne effettuato un sopralluogo nel cantiere a cui parteciparono, tra gli altri, anche l’avvocato e il consulente di parte, l’ingegnere Paolo Dignani. Nel merito il consulente ha espresso perplessità: «Il piano presentato dalla ditta era inattuabile. Per rimuovere tutto quell’amianto la ditta aveva indicato che avrebbe usato una gru che riusciva ad arrivare solo al centro del tetto, utilizzando un cestello con cui è impossibile rimuovere lastre di amianto che pesano 30-40 chili l’uno. Per garantire la tutela dei lavoratori sarebbe bastato mettere sotto il tetto una rete oppure un ponteggio movibile su cui avrebbero potuto lavorare gli operai invece di salire sul tetto».

Ma l’avvocato Giustozzi ha anche anticipato la volontà di presentare un ulteriore esposto per accertare perché Santinelli, era stato impiegato per quel tipo di lavoro così impegnativo dal momento che a causa di precedenti infortuni aveva perso la vista ad un occhio e zoppicava. Sul piano civilistico i familiari hanno richiesto all’Asur un risarcimento danni di un milione e mezzo di euro. «Spero che si acquisisca una vera coscienza della prevenzione. Se ci fosse stata, ora quella bambina di quattro anni vedrebbe suo padre tornare a casa da lavoro tutte le sere», ha concluso Giustozzi.

Il tetto da dove è caduto Simone Santinelli

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