Cronaca

Monsampolo del Tronto, operaio morto dopo una caduta di 10 metri: richiesti sei rinvii a giudizio

L'incidente sul lavoro avvenne il 17 dicembre del 2020 in un cantiere dell'Ascolano. La vittima è Simone Santinelli, 44enne di Corridonia e padre di una bambina

MONSAMPOLO – Cadde da 10 metri morendo sul colpo, per il tragico infortunio sul lavoro che costò la vita al 44enne Simone Santinelli di Corridonia la Procura di Ascoli chiede sei rinvii a giudizio. A firmare la richiesta è stata il pubblico ministero Mara Flaiani che ha coordinato le indagini sul caso. L’accusa per tutti è di cooperazione in omicidio colposo. Il tragico incidente sul lavoro avvenne il 17 dicembre del 2020 in un cantiere a Monsampolo del Tronto.

Simone Santinelli

In base a quanto ricostruito nei successivi accertamenti quel giorno Santinelli, papà di una bimba che all’epoca aveva quattro anni e mezzo, era insieme a due colleghi sulla copertura del capannone. La ditta per cui lavorava era stata incaricata di rimuovere le lastre di amianto per poi poter procedere alla realizzazione di pannelli fotovoltaici.
Mentre i due colleghi di Santinelli stavano effettuando la rimozione e il trasporto delle lastre in cemento-amianto il 44enne stava raccogliendo le viti e i frammenti dei materiali caduti. Indossava un’imbracatura di sicurezza che però, secondo quanto ricostruito dalla Procura, non era agganciata alla linea vita temporanea installata sulla copertura del capannone. Per raccogliere i frammenti caduti Santinelli si era spostato vicino a un lucernario ed era salito sulla lastra in vetroresina. Ma la lastra non era fissata con le viti e si piegò facendolo precipitare da un’altezza di circa 10 metri. L’impatto fu violentissimo e il 44enne morì sul colpo.

Da sx gli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi

A distanza di poco meno di due anni dal fatto la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro imputati: un 43enne di Porto San Giorgio, legale rappresentante della ditta a cui erano stati affidati i lavori per la realizzazione di un impianto fotovoltaico sull’opificio dove è morto l’operaio (per l’accusa non avrebbe verificato le condizioni di sicurezza dei lavori né l’installazione di solidi tavolati a protezione dei lucernari); un 42enne di Roccafluvione, coordinatore per la progettazione e l’esecuzione (non avrebbe rilevato e segnalato al committente la mancata installazione sui lucernari dei tavolati in legno o metallo); un 61enne di Montegiorgio, legale rappresentante della ditta a cui erano stati subappaltati i lavori di rimozione dell’amianto e per la quale lavorava la vittima (non avrebbe richiesto ai lavoratori di osservare le disposizioni in materia di sicurezza e di uso dei dispositivi di protezione individuale e non avrebbe vigilato su questo; non avrebbe definito le vie di passaggio sulla copertura e non avrebbe garantito la copertura delle aperture presenti sul solaio) e un 45enne di Sant’Angelo in Pontano, in qualità di preposto della ditta per cui lavorava Santinelli (non avrebbe vigilato sull’osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza sul lavoro e di uso dei dispositivi di protezione individuali che erano stati messi a loro disposizione).

La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata anche per le due società coinvolte per gli illeciti amministrativi connessi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Maria Giammusso, Nazario Agostini, Renzo Interlenghi e Manuela Francavilla, mentre la compagna, il fratello e la mamma di Santinelli sono tutelati dagli avvocati Sandro e Andrea Giustozzi.

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