Cronaca

Maddalena Urbani: indagato il siriano ai domiciliari nell’appartamento dell’orrore

I Pm gli contestano il reato di morte come conseguenza di altro reato. Il fratello Luca: «Voglio solo sapere se mia sorella poteva essere salvata»

Maddalena Urbani

CASTELPLANIO – Una svolta nell’indagine sul decesso di Maddalena, la figlia 20enne del medico-eroe Carlo Urbani, trovata senza vita sabato 27 marzo in un appartamento sulla Cassia, a Roma, dove un uomo siriano di 64 anni si trovava ristretto ai domiciliari per spaccio. Quell’uomo – subito arrestato per detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, quando gli agenti del Commissariato Flaminio e della Squadra mobile di Roma sono entrati nell’appartamento per soccorrere Maddalena insieme al 118 – è stato oggi iscritto nel registro degli indagati per il decesso della giovane.

Maddalena Urbani

Nell’appartamento in zona Tomba di Nerone, via Vibo Mariano 14, a Roma nord, di cui il siriano è locatario, è stata rinvenuta dell’eroina, sequestrata per le analisi del caso. Nei confronti dell’uomo erano in un primo momento scattate le manette per la violazione della condotta a regime degli arresti domiciliari. Ma questa mattina la Procura di Roma ha proceduto all’iscrizione dello spacciatore siriano nel registro degli indagati. Nei suoi confronti i Pm contestano il reato di «morte come conseguenza di altro reato», ravvisando dunque delle responsabilità nel decesso della giovane Maddalena, che potrebbero aggravarsi fino al reato di omicidio qualora l’esito dell’autopsia dovesse far emergere elementi gravi come un ritardo tra l’ora del decesso e la chiamata al 112, una omissione di soccorso, o altri dettagli per i quali attribuire al siriano la responsabilità della morte.

Questa mattina avrebbe anche dovuto svolgersi l’udienza per il conferimento dell’incarico al pool di esperti per gli accertamenti anatomopatologici e tossicologici, slittata a domani. Subito dopo il conferimento dell’incarico, i medici legali potranno procedere con l’autopsia, che sarà eseguita domani pomeriggio all’istituto di Medicina legale del Policlinico Gemelli di Roma.

«Voglio solo sapere se mia sorella poteva essere salvata, è nostro diritto sapere se le persone che erano con lei abbiano fatto di tutto per salvarla o se invece prima abbiano pensato a cancellare possibili prove delle loro responsabilità per mettersi al riparo da eventuali conseguenze. Dobbiamo sapere se si è perso tempo», dice Luca Urbani, il fratello secondogenito.

Nel corso delle indagini, gli investigatori del Commissariato Flaminio e della Questura di Roma hanno anche interrogato per lunghe ore la ragazza 23enne di Perugia che si trovava con Maddalena nell’appartamento degli orrori. Quella che si definisce “la migliore amica di Maddy”. Ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti, che proseguono nel loro minuzioso lavoro di ricostruzione di quelle terribili, ultime ore della ventenne di Castelplanio.

Intanto sono centinaia e da ogni parte del mondo i messaggi di cordoglio e vicinanza delle persone alla famiglia Urbani. Tra i tanti, c’è quello della giornalista Asmae Dachan, particolarmente toccante: «Esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia Urbani, in particolare a Giuliana Chiorrini per la prematura scomparsa della figlia Maddalena. Una perdita che spezza il cuore e ci lascia senza fiato e senza parole. Il padre Carlo, che si è spento diciotto anni fa curando i primi malati di Sars, è il medico che isolò questo virus e diede l’allarme, salvando così milioni di vite umane. La madre Giuliana è la presidente del Comitato di Castelplanio della Croce Rossa Italiana. La nonna è stata per anni insegnante e poi preside delle scuole locali. Una famiglia piena di umanità, che ha sempre dato tanto a tutti. Mi stringo al dolore dei familiari e degli amici. Riposa in pace Maddalena».

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