Cronaca

Macerata, dal carcere chiama l’avvocatessa e la minaccia: pakistano a processo

Per ottenere il pagamento dei compensi il legale aveva chiesto un decreto ingiuntivo. Quando gli atti sono arrivati al cliente detenuto, l'extracomunitario ha reagito con la telefonata intimidatoria

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Dal carcere in cui è recluso chiama la sua avvocatessa: «Mando qualcuno a cercarti. Quando esco a te ci penso io». Pakistano a processo per minaccia. Si è aperto oggi in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice Federico Simonelli e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo il processo a carico di un pakistano di 37 anni.

I fatti contestati risalgono al 13 febbraio del 2022 quando l’uomo dal carcere di Pesaro chiamò quella che fino ad allora era stata la sua avvocatessa al cellulare proferendo frasi apertamente minacciose: «Non ti dimenticherai mai il mio nome, mando qualcuno a cercarti. Quando esco a te ci penso io, io so dove venirti a cercare, non sai chi sono io e non dovevi fare quello che hai fatto», chiudendo la chiamata con un improperio.

Il legale, che poi avrebbe rinunciato ai mandati, presentò querela all’autorità giudiziaria. In precedenza la professionista aveva difeso dapprima d’ufficio e poi di fiducia il pakistano in tre procedimenti pendenti al tribunale di Macerata poi, però, per ottenere il pagamento dei compensi professionali e per l’attività prestata aveva presentato un ricorso per decreto ingiuntivo che era stato accolto dal giudice di pace di Macerata. Quando gli atti furono notificati al pakistano in cella, lui reagì telefonando e minacciando il legale. Una chiamata di pochi secondi, ma sufficienti per ingenerare nella professionista timore per la propria incolumità.

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