Cronaca

Macerata, assalti ai distributori di carburante: banda di romeni a processo

Sono quattro gli imputati, tutti senza fissa dimora. A vario titolo sono accusati di sei furti, quattro andati a segno e due sfumati a causa dell'attivazione del sistema d'allarme

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Dal 5 aprile al 3 maggio del 2018, in composizione variabile, avevano compiuti sei colpi ai danni di quattro distributori di carburante tra Macerata e Corridonia, quattro erano andati a segno, due erano sfumati perché era scattato l’allarme. Poi sono stati individuati dai carabinieri. Questa mattina per quattro romeni, due di 23 anni, uno di 27 e uno di 35, tutti in Italia senza fissa dimora, si è aperto il processo in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice Paolo Properzi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo.

Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del pubblico ministero Enrico Riccioni – il primo colpo risale alla notte del 5 aprile di due anni fa quando tutti e quattro tentarono il colpo all’Ip di contrada Pieve a Macerata, ma prima che riuscissero ad aprire la colonnina del Self Service scattò l’allarme e furono costretti alla fuga.
Agirono invece in tre nella notte tra il 26 e il 27 aprile, quando misero a segno due colpi: uno al distributore di carburanti a Corridonia in contrada Sarrocciano nell’area di servizio Eni dove scassinarono la colonnina self service portando via 820 euro, l’altro a pochi metri di distanza, nell’area di servizio ReteItalia, dove asportarono dalla colonnina self service 155 euro. Trascorse una notte tranquilla, poi in quella successiva l’ennesimo raid.

Nella notte tra il 28 e il 29 agirono di nuovo tutti e quattro, sempre a Corridonia, ma nel mirino finì il bar dell’area di servizio Tamoil lungo la superstrada Valdichienti. Dopo aver scassinato la vetrata di ingresso, si introdussero all’interno del bar rubando tabacchi, generi alimentari e un amplificatore a sei canali. Il quinto colpo, invece, come il primo andò in fumo: sempre all’Ip in contrada Pieve a Macerata.
Era la notte del 30 aprile, in due tentarono di scassinare la colonnina self service, ma per la seconda volta scattò l’allarme e furono costretti a fuggire. Ci riprovarono la terza volta, il 3 maggio quando in due scapparono con un bottino di 2.000 euro.

Oggi l’apertura del processo, l’udienza è stata rinviata al 20 maggio del prossimo anno per sentire le persone offese e i carabinieri che effettuarono le indagini. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Alessandro Ciarrocchi e Francesca Aguzzi.

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