MACERATA – Stalking alla ex compagna, in aula sentita la figlia della vittima: «Sono ancora spaventata. Ero presente quando mia madre veniva insultata, quando lei lo bloccava su Whatsapp lui contattava me. Io non potevo più andare in palestra o a scuola da sola». La giovane è stata sentita in aula come testimone dell’accusa nel processo a carico di un maceratese 43enne che deve rispondere del reato di atti persecutori. Secondo l’accusa sostenuta in aula dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo (il fascicolo invece è del sostituto procuratore Rosanna Buccini), l’imputato non avrebbe accettato la decisione della ex di chiudere la loro relazione e avrebbe iniziato a perseguitarla. Lo avrebbe fatto attraverso i messaggi, offendendola e danneggiando la sua auto.
L’11 gennaio di quest’anno, per intimidirla, le avrebbe versato del liquido corrosivo sull’auto. Che fosse stato lui l’autore del gesto la vittima ne era certa, qualche tempo prima infatti aveva installato una telecamera sul proprio balcone e dalle immagini registrate era sicura che fosse il suo ex. A seguito di quel danneggiamento la donna si era rivolta ai poliziotti della Squadra Mobile per sporgere querela e in quella circostanza aveva anche aggiunto che qualche tempo prima, il 18 dicembre 2021, le era accaduto un fatto analogo, qualcuno le aveva gettato un liquido corrosivo sulla vettura. Quella volta però la denuncia la fece contro ignoti, dalle immagini registrate dalla telecamera non era certa che l’autore fosse lui. Il 15 gennaio, invece, la donna affacciandosi al balcone aveva visto l’ex compagno passare sotto casa, era scesa e gli aveva chiesto i motivi della sua presenza ma lui avrebbe risposto con motivazioni generiche.
Oggi il giudice Federico Simonelli e il pm D’Arienzo hanno sentito gli agenti della Mobile e la figlia della vittima, parte civile con l’avvocato Leide Polci, poi l’udienza è stata rinviata. L’imputato è difeso dall’avvocato Marco Bottacchiari.