Cronaca

«La fede mi sosterrà nel ricordo di Yasmine»: a Jesi il commosso addio alla giovane morta per un’emorragia cerebrale

Youssef Wahbi invoca la fede per superare il dolore fortissimo della morte prematura dell'amata figlia. Al cimitero il funerale con rito musulmano

Yasmine con il padre Youssef Wahbi

JESI – Una folla immensa, silenziosa e carica di commozione ha salutato oggi la giovane Yasmine Wahbi, la studentessa 20enne strappata alla vita da un’emorragia cerebrale lunedì scorso. Il feretro di legno chiaro, avvolto in una stola con le scritte ricamate del Corano, ha raggiunto il cimitero comunale di Jesi dove è stata celebrata la preghiera musulmana in due momenti diversi, l’invocazione del defunto e l’invocazione alla propria anima.

Quando il feretro è stato calato nell’abbraccio della terra, rivolto a est verso la Mecca nell’ala del cimitero comunale ai piedi della piramide, è stata pronunciata l’invocazione libera. A guidare la preghiera, l’Imam dottor Mohamed Nour Dachan. «Ringrazio tutti per la solidarietà manifestata ai genitori di Yasmine – ha detto l’Imam –, la presenza di tante persone, anche non musulmane, è testimonianza di unione in questi momenti. Dobbiamo stare vicini a Youssef e la sua famiglia, perché la mancanza di Yasmine la sentiranno molto forte tra qualche giorno».

«A Dio apparteniamo e a Dio facciamo ritorno»: la fede sostiene Youssef, sua moglie e il figlio Ayoub nel saluto difficilissimo alla dolce Yasmine. Accanto a loro, una folla silenziosa e immensa da Jesi e da tutte le Marche, la comunità marocchina con una grande rappresentanza di donne, la protezione civile di cui Yasmine era da poco entrata a far parte, i compagni di scuola di lei e del fratello, rappresentanti dell’amministrazione comunale di Jesi e il sindaco Stefano Martelli a nome di tutta la comunità di Pianello Vallesina (dove abita la famiglia Wahbi) e di Monte Roberto. «Perdiamo una nostra giovane e brillante concittadina, una tragedia che lascia tutti costernati e affranti. Al padre, alla mamma e il fratello va il nostro più sentito cordoglio», dice il primo cittadino.

«Youssef, ex Imam della moschea di Jesi ha fatto tanto per l’inserimento della comunità islamica a Jesi – continua l’Imam Dachan – e quanto fatto, insieme alla sua adorata figlia Yasmine nella Protezione civile, è stato ripagato con una grande presenza e solidarietà».

«Grazie a tutti quelli che oggi ci hanno confortato – dice commosso Youssef Wahbi -, gente che conosco e che non conosco. È un conforto davvero. Ci vuole tanta fede adesso, spero che mi aiuti ad andare avanti senza Yasmine». Poi una pausa, un attimo di respiro. «Adesso sono così provato, troppo presto, ma appena mi riprendo organizzerò eventi, tornei, partite e incontri per tener viva la memoria della mia adorata Yasmine», promette Youssef ora costretto a salutare la sua primogenita e affidarla alla terra per sempre.

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