Cronaca

Incendio alla Orim, a giudizio amministratore e dipendente

Il giudice del Tribunale di Macerata non ha accolto il patteggiamento parziale accordato dall'operaio con la procura. L'azienda di Piediripa di Macerata: «Negli anni capillari controlli»

MACERATA – Incendio alla Orim, il gup respinge il patteggiamento parziale dell’operaio e dispone il rinvio a giudizio per tutti, per l’amministratore unico, per il dipendente e per la ditta (quest’ultima a giudizio per l’illecito amministrativo conseguente dal reato). La decisione è arrivata ieri pomeriggio quando il giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi non ha ammesso la richiesta di patteggiamento parziale concordata dalla difesa del dipendente della ditta, l’avvocato Donatello Prete, con la procura (sei mesi per il solo reato di incendio colposo, mentre l’imputato è accusato anche di inquinamento ambientale), aderendo così a un orientamento maggioritario della Cassazione. Il gup ha quindi disposto per il dipendente e per l’amministratore unico della Orim e per la ditta il rinvio a giudizio. L’incendio si era sviluppato il 6 luglio del 2018 nella zona industriale di Piediripa di Macerata.

Da sinistra gli avvocati Paolo Giustozzi, Nicola Piccinini e Nicola Perfetti

«La Orim Spa – si legge in un comunicato diffuso dall’azienda al termine dell’udienza – prende atto con estrema serenità della decisione odierna del giudice di demandare l’accertamento dei fatti alla fase dibattimentale, atteso l’elevato contenuto tecnico delle questioni da valutare. Sarà infatti quella la sede più opportuna per escludere che vi siano e vi siano mai state negligenze nella gestione dell’impianto. L’azienda ha sempre profuso il massimo sforzo organizzativo, investendo cospicue risorse finanziare, nella ricerca delle migliori tecniche lavorative idonee a garantire il rispetto dell’ambiente e l’osservanza delle prescrizioni autorizzative, avvalendosi di personale dotato di elevata preparazione tecnico-scientifica e di specifica competenza in materia di gestione di rifiuti. Costanti e reiterati – prosegue la nota – nel corso degli anni sono stati i capillari controlli cui la stessa società è stata sottoposta, anche mediante frequentissime visite ispettive effettuate dal personale dell’Arpam, della polizia provinciale e dei vigili del fuoco che mai hanno messo in evidenza violazioni alle normative del settore o inosservanza di specifiche cautele a tutela dell’ambiente e dei luoghi di lavoro. La società ripone fiducia nella capacità del Tribunale di accertare la correttezza della gestione come già avvenuto in recenti pronunce assolutorie. Il giudizio è confortato anche dal fatto che in occasione dell’incendio del 6 luglio 2018 le misure di sicurezza dell’azienda hanno consentito di limitare efficacemente le proporzioni dell’incendio stesso, scongiurando il rischio di danni a persone e cose, stante la limitata durata del tempo necessario per domare le fiamme che non hanno lambito le aziende confinati. Per queste ragioni – conclude la nota – Orim Spa ripone enorme ed estrema fiducia nell’accertamento dei fatti ad opera del Tribunale, certa di poter continuare ad offrire un servizio indispensabile alla comunità». Gli imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Giustozzi, Donatello Prete e Nicola Perfetti, mentre il Comune di Macerata è parte civile con l’avvocato Nicola Piccinini che ha chiesto un risarcimento di circa 60.000 euro.

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Per la Procura avrebbe percepito, senza averne diritto, 11.367 euro di indennità. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019. L’indagine scaturì da una segnalazione alla Guardia di finanza