Cronaca

Furto da 2.000 euro in una casa a Porto Recanati: 30enne condannato a cinque anni

La sentenza nei confronti del giovane, italiano di seconda generazione, è stata emessa ieri. Assolta la coimputata marocchina accusata di ricettazione

Il tribunale di Macerata

PORTO RECANATI – Era marzo del 2019 quando dall’abitazione di una portorecanatese sparirono un portatile, un tablet, un cellulare e altri oggetti per un valore complessivo di oltre 2.000 euro, ieri per quel furto un 30enne è stato condannato a cinque anni di reclusione. Assolta la coimputata accusata di ricettazione del cellulare.

Il fatto risale al 4 marzo di quattro anni fa quando in un’abitazione di via Ugo Foscolo qualcuno riuscì ad entrare facendo razzia di ogni oggetto di valore trovato davanti: un MacBook Air con tutto il cavo di alimentazione (valore di 1.100 euro), un telefono cellulare (valore 260 euro), un tablet Samsung Galaxy Tab (valore 600 euro), un braccialetto in argento, un paio di orecchini di bigiotteria e, insieme a questi, anche un astuccio di stoffa con all’interno matite colorate. Dopo la denuncia scattarono le indagini coordinate dall’allora pubblico ministero Margherita Brunelli. All’esito dell’attività investigativa la Procura contestò a un 30enne, italiano di seconda generazione (nato a Loreto da genitori tunisini) residente a Porto Recanati, il reato di furto aggravato, mentre a una marocchina di 43 anni residente a Porto San Giorgio il reato di ricettazione, perché a gennaio 2020 (questa era l’accusa) avrebbe acquistato o ricevuto da una persona rimasta ignota il telefono cellulare rubato in casa della portorecanatese.

Ieri il processo a loro carico è stato discusso dinanzi al giudice del Tribunale di Macerata Domenico Potetti e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo. Il pm aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati: 5 anni e 4 mesi per il 30enne a cui era contestata anche la recidiva, 2 anni per la coimputata. Lei è stata assolta, lui è stato condannato a cinque anni.

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