Cronaca

«Duemila euro per rimuovere foto compromettenti dal web», carabiniere arrestato

Una decina di agenti della Squadra Mobile di Macerata hanno atteso che la vittima consegnasse il denaro al militare e hanno fatto scattare il blitz. L'avvocato: «Non ho ancora visto le carte, sono costernato per quello che sento. La persona che conosco io è perbene»

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MACERATA – Avrebbe chiesto soldi per rimuovere foto hot (frutto di fotomontaggio) dal web: carabiniere arrestato per estorsione. Il blitz è scattato questa mattina in un comune della provincia di Macerata dove vive la vittima. La vicenda invece risale a qualche giorno fa quando due sorelle si sono rivolte a un avvocato per denunciare quello che stava accadendo e per chiedere un consiglio su cosa fare, il legale ha suggerito loro di riferire tutto alla polizia e così venerdì le donne, trentenni, sono andate in questura. Ai poliziotti hanno raccontato che un carabiniere che vive in un altro comune sempre del Maceratese ma che lavora nel Fermano, e che tra l’altro è anche un loro parente, le avrebbe contattate dicendo di aver trovato delle loro foto senza veli sul web.
Le sorelle avevano negato con fermezza di essere loro nelle foto perché non si erano mai fatte foto compromettenti né tantomeno se l’erano fatte fare da altri, per cui era una questione che non le riguardava. Il militare a quel punto avrebbe inviato loro gli scatti, che erano visibilmente dei fotomontaggi, i corpi non erano delle giovani i volti sì. Ma lui avrebbe detto di essere in grado di far cancellare comunque quelle foto dal web, la procedura però aveva un costo: 2.000 euro. Per far sparire per sempre quei fotomontaggi da Internet le sorelle avrebbero dovuto dargli 4.000 euro. Una delle giovani aveva troncato subito il discorso, con l’altra il militare avrebbe insistito.

A seguire la vicenda, particolarmente delicata, è stata la Squadra Mobile. Gli agenti hanno rassicurato le giovani che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi e in breve tempo, suggerendo cosa fare per incastrarlo: una delle sorelle avrebbe dovuto contattare il carabiniere e assecondarlo fingendo di essersi convinta a pagare la somma per poi concordare con lui un incontro per la consegna dei soldi. L’appuntamento è stato fissato per questa mattina alle 10. Una decina di agenti della Squadra Mobile, compresa la dirigente, il commissario capo Anna Moffa, si sono appostati alcuni in casa altri nelle vicinanze per monitorare l’incontro poi, una volta avvenuta la consegna dei soldi, è scattato il blitz.
Il carabiniere è stato arrestato, gli agenti gli hanno sequestrato il telefonino e un paio di computer che aveva a casa e che saranno oggetto di approfonditi accertamenti. Il militare è difeso dall’avvocato Simone Mancini del foro di Fermo che si è detto costernato da quanto appreso: «Non ho ancora visto le carte, sono costernato per quello che sento e leggo, la persona che conosco io è una persona perbene. Non so cosa sia successo, aspettiamo e vediamo».

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