Cronaca

Cingoli, lui le promette amore lei gli dà più di 15.000 euro: 35enne a processo per truffa

I due si erano conosciuti su una App di incontri. Secondo l'accusa il giovane avrebbe convinto una 56enne, attraverso raggiri, ad aiutarlo economicamente

Il tribunale di Macerata

CINGOLI – In 40 giorni lui le avrebbe promesso amore, lei gli avrebbe prestato 15.500 euro, poi la denuncia ai carabinieri. A distanza di quattro anni da quell’incontro lei sta ancora pagando le rate del finanziamento richiesto, lui è sotto processo per truffa. Si è aperto oggi dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Macerata Andrea Belli e al pubblico ministero Raffaela Zuccarini il processo a carico di un 35enne di Tolentino. La vittima, una straniera di 56 anni che all’epoca dei fatti viveva a Cingoli, si è costituita parte civile con l’avvocato Sara Scalpelli chiedendo un risarcimento di 20.500 euro. La donna sarà sentita in aula l’11 giugno del prossimo anno.

A gennaio del 2020 la vittima si era rivolta ai carabinieri della Stazione di Cingoli per denunciare il giovane di cui si era invaghita e ai militari aveva raccontato di averlo conosciuto su una App di incontri tre mesi prima. I due si erano scambiati i numeri di telefono e avevano iniziato a scriversi su Whatsapp, dopo poco si erano incontrati. Lei giorno dopo giorno, aveva iniziato a invaghirsi di lui, lui giorno dopo giorno avrebbe iniziato a chiederle soldi.
In base a quanto riferito all’epoca dalla vittima, tra un “amore” e un “voglio andare a vivere con te” lui le avrebbe chiesto in più occasioni dei soldi che lei, operaia, gli avrebbe dato in base alle proprie disponibilità. Quando le disponibilità iniziarono ad esaurirsi lei chiese un prestito di 15.000 euro da restituire, insieme agli interessi e alle spese, in 72 rate. È stato così che la 56enne in quaranta giorni, dall’8 novembre 2019 al 18 dicembre di quell’anno, gli avrebbe dato 15.500 euro, di cui: 3.000 euro per comprare un’auto, 2.000 per pagare un funerale, 3.000 per il saldo dell’auto, 500 per l’avvocato che gli stava seguendo la causa di separazione dalla moglie, 500 per la riparazione dell’auto comprata e 3.000 per lo sblocco di un’eredità, più altri soldi per altre esigenze. L’imputato è difeso dall’avvocato Sergio Ariozzi, oggi sostituito dalla collega Silvia Vigoni. A giugno del prossimo anno sarà sentito anche il carabiniere che aveva effettuato le indagini.

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