Cronaca

Blitz in un autolavaggio a Piediripa, lavoratori in nero e dormitorio all’interno. Sequestrata l’attività

Il 30enne egiziano, titolare dell'esercizio, aveva anche installato una telecamera di videosorveglianza, senza le relative autorizzazioni

L'autolavaggio sequestrato a Piediripa

MACERATA – Lavoratori in nero e clandestini in un autolavaggio a Piediripa di Macerata: effettuato il sequestro preventivo di un’attività su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio e a seguito delle indagini condotte dal sostituto procuratore Rosanna Buccini. L’attività investigativa è stata portata a termine dal Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Macerata, guidati dal maresciallo Martino Di Biase, dalla stazione dei carabinieri Forestali del capoluogo, coordinati dal maresciallo Gianfrancesco Pilato, in sinergia con i militari della locale Compagnia, coordinati dal maggiore Roberto De Paoli.

I carabinieri hanno effettuato un accesso ispettivo nell’autolavaggio – gestito da un cittadino egiziano 30enne – ieri (mercoledì 22 luglio); da qualche giorno infatti i militari monitoravano i lavoratori impiegati nell’attività da inizio maggio e avevano notato che, alla chiusura della stessa, i “dipendenti” non uscivano dai locali.

All’interno dell’autolavaggio c’erano due lavoratori, anche loro egiziani con un’età compresa tra i 19 e i 22 anni, privi di un regolare contratto di lavoro; uno di loro è risultato essere anche sprovvisto del regolare permesso di soggiorno. L’attività era inoltre sprovvista della normativa obbligatoria in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro – non era infatti stato elaborato il documento di valutazione dei rischi – e ai lavoratori non era stata fornita nessuna informazione né garantita la sorveglianza sanitaria. I “dipendenti” erano poi privi dei dispositivi di protezione individuale generici e anti-contagio. Tutto ciò ha comportato la chiusura per cinque giorni dell’attività.

Inoltre il gestore dell’attività aveva ricavato un vano in cartongesso dove i lavoratori vivevano e dormivano in condizioni sanitarie ed igieniche al limite. Gli stessi inoltre, che lavoravano sette giorni su sette dalle 8 alle 20 senza un regolare permesso di lavoro, non avevamo mai percepito alcun tipo di retribuzione. Per questo sono scattati anche la sospensione dell’attività e il sequestro preventivo del locale.

Il vano in cartongesso nell’autolavaggio

Il 30enne egiziano titolare dell’attività aveva anche installato una telecamera di videosorveglianza, senza le relative autorizzazioni, con la quale monitorava sia l’interno che l’esterno dell’attività e il lavoro svolto dai propri “dipendenti”.

Il fenomeno dello sfruttamento del lavoro, su cui il Prefetto di Macerata Iolanda Rolli ha indirizzato la propria attenzione fin dal suo arrivo in provincia, non è circoscritto ad alcune località d’Italia, ma è più diffuso di quanto si possa immaginare. Il Comando dei carabinieri per la Tutela del Lavoro e il Comando Provinciale di Macerata in sinergia con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Macerata, stanno operando e opereranno per tutelare il lavoro in tutte le sue forme, reprimendo gli abusi e contrastando lo sfruttamento e il condizionamento del mercato del lavoro. Non è la prima volta che un autolavaggio gestito da cittadini egiziani finisce nella rete dei controlli dei carabinieri di Macerata: circa otto mesi fa i militari avevano sospeso e sottoposto a sequestro un altro autolavaggio nel centralissimo corso Cavour.

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