Cronaca

Ancona, le fa sbattere la testa contro un pensile: braccialetto elettronico per il marito

Violenza domestica nei confronti della moglie: per il marito scatta il divieto di avvicinamento e l'applicazione del braccialetto elettronico

La Questura di Ancona
La Questura di Ancona

ANCONA – I poliziotti della squadra mobile di Ancona hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della misura cautelare emanata dal gip al Tribunale di Ancona, con la quale è stato disposto il divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico a carico di un 67enne, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia commessi nei confronti della moglie.

Il provvedimento infatti dell’Autorità Giudiziaria prevede il divieto di avvicinamento alla consorte ad una distanza non inferiore a 500 metri e l’applicazione del c.d. braccialetto elettronico.

Da quanto appreso durante la fase investigativa condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, l’indagato, attraverso reiterate minacce, percosse ed ingiurie, eseguite anche alla presenza del figlio, avrebbe aggredito fisicamente la moglie anche con modalità degradanti, facendola sbattere contro un pensile della cucina, prendendola a schiaffi, colpendola e, sovente, anche procurandole lesioni personali per le quali la donna evitava di ricorrere alle cure mediche. In ogni caso mediante l’instaurazione di una serie indefinita di litigi e contrasti anche per futili motivi ed appellandola con epiteti di ogni genere. Maltrattava la vittima in maniera da cagionarle lesioni personali ed un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tale comunque da ingenerare un fondato timore per l’incolumità di costei.

All’esito dell’attività info-investigativa, il gip presso il Tribunale di Ancona, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, disponeva l’applicazione della predetta misura cautelare che, nel pomeriggio di ieri 5 aprile 2024, veniva eseguita dagli agenti della Squadra Mobile nel luogo di residenza dell’indagato.

Il questore di Ancona Cesare Capocasa: «L’attività repressiva, pur coronata da efficaci risultati, non risulta sufficiente ad arginare un fenomeno ormai strutturale come la violenza di genere, che richiede un deciso cambiamento culturale che coinvolga tutti gli attori istituzionali e non per condividere adeguate azioni di contrasto. Una cultura che sia più forte dell’indifferenza, dell’insofferenza, dell’intolleranza, dell’ignoranza dettata dai pregiudizi. Una cultura che possa restituire a ciascuna donna il diritto ad essere pienamente libera, pienamente se stessa».

Il provvedimento eseguito, costituisce misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui è ammesso mezzo di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

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