Cronaca

Accoltellamento all’Arco Clementino: il 19enne davanti al Gip

Mercoledì al carcere di Montacuto dove si trova rinchiuso lo studente brasiliano accusato di tentato omicidio, si svolgerà la convalida del fermo con l'interrogatorio

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Il carcere di Montacuto

Accoltellamento all’Arco Clementino di Jesi, il 19enne brasiliano che si trova rinchiuso al carcere di Montacuto di Ancona con l’accusa di tentato omicidio, oggi – mercoledì 18 novembre – comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida del fermo.

Il ragazzo, studente in un istituto professionale di Jesi, è accusato di aver sferrato cinque coltellate alla schiena di un 20enne nigeriano, al culmine di una lite scoppiata per una questione di rivalità tra bande di stranieri. Uno dei fendenti ha provocato la perforazione di un polmone, la vittima ha rischiato molto. Ora il 20enne è ancora ricoverato all’ospedale regionale di Torrette. Le sue condizioni, seppur nella loro gravità, sono stabili e sembra che non sia più in pericolo di vita. Nei confronti dell’aggressore – individuato a seguito delle indagini della Squadra mobile di Ancona e del Commissariato di Jesi poche ore dopo il fatto – è scattato il provvedimento di fermo di indiziato di delitto essendovi il pericolo di fuga. Pertanto ha atteso la convalida in carcere. Inoltre gli agenti hanno trovato in casa sua, durante la perquisizione domiciliare alla ricerca del coltello, una felpa sporca di sangue, subito sequestrata. Difeso dall’avvocato Federica Battistoni, oggi sarà interrogato dal Gip nel corso dell’udienza, celebrata in carcere nel rispetto di tutte le misure anti-Covid.

Il fatto di sangue, avvenuto sabato pomeriggio verso le 18, in un momento in cui il centro cittadino era ancora vivace per il via vai di persone e per il passeggio, ha destato sconcerto e paura. Le reazioni, soprattutto sui social, non sono tardate ad arrivare. Nel marasma confusionario di fazioni politiche contrastanti, di commenti dal tenore razzista e attacchi più o meno diretti all’Amministrazione comunale additata come «responsabile della sicurezza pubblica della città» quindi in dovere di vigilare affinchè certi fatti non accadano, c’è pure chi manifesta vera preoccupazione. «Pensate se vostro figlio si trovasse a passare mentre succede una cosa del genere e ci si trovasse in mezzo…ma siete mai passati per Porta Valle o via Setificio? C’è da avere paura – commenta un genitore – non si può aver paura di fare una passeggiata, ci sono zone che tra spaccio, alcol e prostitute è uno schifo», anche se qualche residente della parte più a sud della città ribatte che ultimamente «le zone di spaccio a Jesi stanno da un’altra parte, proprio dalla parte opposta della Jesi bassa, le zone a rischio sono altre», facendo riferimento ai più recenti disordini al parco del Vallato, nel cortile dell’ex laboratorio analisi presso il vecchio ospedale civile e alle aggressioni che si sono verificate anche in pieno centro.

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