Cultura

L’incredibile viaggio del fachiro, al cinema la fiaba dell’estate

Tra film d'avventura e commedia sentimentale, è infarcita di troppe situazioni esasperatamente rocambolesche

L'incredibile viaggio del fachiro
Immagine del film "L'incredibile viaggio del fachiro" (Foto: Notorious Pictures)

Il 4 luglio è la data di uscita giusta per L’incredibile viaggio del fachiro: d’estate, quando metton fuori il capo i film senza troppe pretese, che però posso centrare qualche cuore. Come lo è questa favoletta allegra, piena di sogni e speranze, infarcita di troppe situazioni esasperatamente rocambolesche. Muovendosi su registri diversi, passando dalla commedia d’avventura a quella romantica alla storia di denuncia sociale, punta sulla leggerezza ma non coglie l’obiettivo di accalappiare, lasciando anche margini di noia. Sono troppe le situazioni al limite, legate insieme senza il piglio giusto perché il surreale sia un buon collante.

Tratto dal libro bestseller L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea di Romain Puèrtolas  (pubblicato in Italia da Einaudi), è diretto dal canadese Ken Scott, già autore della commedia Starbuck – 533 figli e… non saperlo!.

Dopo la morte della madre, l’indiano Aja (interpretato dal solare e accattivante Dhanush) parte per Parigi sulle tracce del padre mai conosciuto prima, un prestigiatore parigino recatosi in India a imparare l’arte dei fachiri. Giunto a destinazione, si rifugia in uno store Ikea affascinato da questo strano mondo così distante dalla sua India. Addormentatosi dentro un armadio Ikea, vedrà i suoi piani completamente scompaginati, ora trasportato a sua insaputa a Londra, quindi sbolognato in Spagna in un centro di accoglienza (o detenzione) di immigrati, quindi a Roma in compagnia della star del cinema Nelly Marnay (Bérénice Bejo)… Nella sua serie di disavventure girerà l’Europa e a troverà l’amore della sua vita.

“Si tratta della storia d’iniziazione di un giovane indiano di Mumbai, che non ha mai visto niente al di fuori del modesto quartiere in cui è nato”, aggiunge il regista Scott, che ha anche messo mano alla sceneggiatura. “I suoi orizzonti si espanderanno nel corso del film ed è stato emozionante esplorare questa evoluzione dal punto di vista cinematografico”.

A ispirarlo anche La vita è bella del nostro Benigni, di cui non avvicina la misura comica e poetica. “Mi hanno ispirato film come Oltre il giardino di Hal Ashby, Fuori orario di Scorsese, La vita è bella di Roberto Benigni. Prima delle riprese ho voluto anche rileggere Candido di Voltaire e l’Odissea di Omero e visto che si tratta essenzialmente di un film d’avventura, ho rivisto alcuni film di Spielberg che mi piacevano per l’atmosfera”.

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