Benessere

Lo stress può provocare il cancro? Cosa dice la scienza

Lo stress cronico può avere un'influenza diretta e indiretta nell'insorgenza e nella progressione delle patologie oncologiche.

Nel pensiero comune è diffusa l’opinione che ci sia un legame tra stress e cancro. Molte persone che si ammalano di cancro pensano che la loro malattia possa essere l’effetto di uno stato di stress cronico vissuto o di gravi eventi stressanti avvenuti nel periodo precedente. Allo stesso modo, molte si chiedono quanto lo stress e stati emotivi negativi come ansia e depressione possano incidere sull’evoluzione della malattia e sulla risposta alle terapie.

Gli studi sulla relazione tra stress e cancro non hanno ancora dato una risposta univoca a queste domande a causa dell’estrema difficoltà metodologica di questo tipo di studi, tuttavia ad oggi abbiamo una serie di osservazioni che segnalano una possibile pericolosa relazione, seppur non causale diretta, tra stress e insorgenza ed evoluzione del cancro.

Stress, stress cronico ed effetti sull’organismo

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Lo stress è il modo con cui l’organismo reagisce a una sfida dell’ambiente, esterna o interna. Lo stress fa inevitabilmente parte della vita perché innumerevoli stimoli, dal semplice caldo o freddo fino a compiti che dobbiamo svolgere o eventi che ci accadono, costituiscono degli stressor che ci richiedono di adattarci, di modificarci sia a livello fisico che psicologico. Lo stress ha una sua funzione utile perché favorisce l’adattamento, consente all’organismo di attivarsi e reagire, in alcuni casi è uno stress positivo che ci dà energia e carica, come quando dobbiamo affrontare una gara o un nuovo lavoro. Lo stress non è quindi una condizione di per sé patologica, ma può diventarlo se lo stimolo stressante agisce con particolare intensità o per periodi di tempo troppo lunghi: in questi casi si verifica un sovraccarico che può logorare l’organismo, che esaurisce la sua capacità di adattamento.

In presenza di uno stimolo stressante, infatti, il sistema nervoso predispone a combattere o fuggire favorendo il rilascio di adrenalina, noradrenalina e cortisolo, ormoni che comportano modificazioni corporee come aumento del battito cardiaco, della frequenza respiratoria, della pressione, del rilascio di glucosio. Quando lo stress è cronico, il livello di produzione di questi ormoni resta elevato con conseguenze negative sia fisiche che psicologiche. Anche il sistema immunitario diventa meno efficiente e inoltre il rilascio di ormoni dello stress può generare uno stato di infiammazione dannoso per l’organismo se protratto nel tempo.

Lo stress e l’insorgenza del cancro

Allo stato attuale non ci sono prove che abbiano dimostrato in maniera convincente un legame diretto tra esposizione allo stress e insorgenza di una neoplasia. In passato alcuni studi avevano ipotizzato una relazione tra stress e tumore  mammario basandosi sul numero di donne che riportavano stress vissuti nei 5 anni precedenti la diagnosi, tuttavia questi studi presentavano problemi metodologici.  Studi più recenti hanno concluso che non esistono prove certe di un’associazione tra livelli di stress percepiti, eventi avversi nei 5 anni precedenti alla diagnosi e rischio di tumore mammario; tra stress lavoro correlato e insorgenza di tumore; tra disturbo post traumatico da stress e insorgenza di tumore.  

Seppure non emerga un legame diretto, lo stress cronico crea tuttavia un ambiente favorevole per lo sviluppo del tumore attraverso molteplici effetti:  induce una minore efficacia dei processi naturali di riparazione cellulare; riduce la resistenza dell’organismo ad alcuni tipi di virus oncogeni;  stimola i processi infiammatori; diminuisce l’attività protettiva immunitaria diminuendo l’attività citolitica dei Natural Killer e l’attività citotossica dei linfociti CD8+ , che dovrebbero distruggere le cellule tumorali.

Vi sono inoltre prove che dimostrano che lo stress favorisce comportamenti non salutari che possono indirettamente favorire lo sviluppo del cancro. Lo stress, l’ansia e la depressione potrebbero aumentare il rischio di cancro per il fatto che accompagnano determinati comportamenti che espongono ad agenti cancerogeni e/o potenzialmente nocivi per la salute: tabagismo, consumo d’alcol eccessivo, alimentazione squilibrata, mancanza di attività fisica, trascuratezza della cura di sé.

Lo stress cronico e la prognosi del cancro

Alcuni studi hanno mostrato un possibile impatto dello stress sulla prognosi della malattia. Studi in cellule in coltura e in animali di laboratorio hanno riscontrato  che lo stress cronico modifica la permeabilità dei vasi linfatici e favorisce l’angiogenesi, facilitando la disseminazione di metastasi. Uno studio del 2021 (A. Eckerling et al) ipotizza che la risposta di stress possa facilitare la crescita del cancro e di metastasi attraverso un’azione diretta sulle caratteristiche molecolari del tessuto maligno, sul suo microambiente, sull’attività immunitaria antitumorale e su altri modulatori indiretti della progressione del cancro.  

Anche numerosi esperimenti condotti in cellule umane isolate hanno dimostrato che l’adrenalina, prodotta dall’organismo in situazioni di stress, promuove l’angiogenesi, ovvero lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che rendono possibile la crescita del tumore e la comparsa di metastasi. Mancano d’altra parte, ad oggi, sufficienti dati ottenuti da studi su esseri umani: sia studi epidemiologici sia trial clinici hanno generato risultati incerti, indicando solo un eventuale piccolo effetto dello stress sulla progressione del cancro.

L’effetto dello stress sulla progressione di malattia potrebbe però essere anche indiretto: uno stress eccessivo può portare i malati a  perdere la speranza e questa situazione a sua volta appare associata a un aumento del rischio di morte, attraverso un meccanismo ancora poco chiaro, che potrebbe dipendere dall’abbandono parziale o totale delle terapie.

Stress, emozioni ed efficacia della terapia

Uno studio olandese  del 2023 ( I. Fraterman et al) segnala che il disagio emotivo può influenzare negativamente la risposta immunitaria contro il tumore. I pazienti con disagio emotivo presente prima del trattamento immunoterapico neoadiuvante hanno mostrato una ridotta risposta alla terapia rispetto ai pazienti senza segni evidenti di stress, ansia o depressione: 46% contro il 65%. Inoltre, il disagio emotivo è risultato collegato a un rischio più alto di recidiva e a maggiori metastasi. Si ipotizza che il disagio emotivo attivi specifici meccanismi del sistema nervoso centrale che possono compromettere la funzione di diverse cellule immunitarie, indebolendo quelle deputate a neutralizzare la malattia e rafforzando le cellule immunosoppressorie.

Le difficoltà degli studi

I risultati incerti dipendono dall’estrema complessità di queste ricerche. Il problema principale è la difficoltà di isolare il ruolo specifico dello stress in relazione allo sviluppo del cancro. La correlazione potrebbe infatti anche essere indiretta: lo stress psicologico può alimentare abitudini negative che possono complicare la comprensione dei dati ottenuti, essendo esse stesse fattori di rischio per i tumori. Inoltre, il cancro è una malattia complessa, e l’insorgenza di un tumore è il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali, di stile di vita che è difficile isolare e studiare singolarmente.

Esistono inoltre vincoli etici che non permettono di causare volontariamente stress alle persone per valutarne le conseguenze. Infine, uno dei limiti maggiori nella ricerca sulla relazione tra stress e cancro è che la percezione di un evento come stressante varia da un individuo all’altro: ciò che può rappresentare uno stress per una persona, può non essere percepito come tale da un’altra. Questo accade perché le persone danno interpretazioni e significati diversi a eventi e situazioni. Ad esempio chi ha un modo di pensare pessimistico e rigido tende a percepire un evento in modo più negativo, pericoloso e perciò stressante rispetto a chi ha un modo di pensare più ottimista e flessibile. Le variabili che influenzano il modo di reagire agli eventi stressanti sono numerose e spaziano da quelle genetiche, alla storia personale e familiare, alle caratteristiche di personalità, a fattori sociali e culturali.

In conclusione, ad oggi non esistono prove chiare e definitive di un legame causale diretto tra livelli elevati di stress per periodi prolungati e aumento del rischio di tumore. Lo stress non può, in sé stesso, essere considerato come unica causa di un cancro. Tuttavia, emergono numerosi segnali che esso possa avere un’influenza diretta o indiretta sull’insorgenza e la diffusione dei tumori, pertanto  interventi rivolti alla riduzione dello stress dovrebbero essere potenziati ed essere considerati parte integrante della prevenzione e della cura delle patologie oncologiche.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
formata in psico-oncologia
Consulenza, sostegno e psicoterapia  online tramite videochiamata
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