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Regali di Natale, perché alcuni non amano farli né riceverli

Lo scambio dei regali chiama in causa convenzioni sociali, aspettative, contenuti affettivi: un mix che può rendere sgradevole farli e riceverli

Natale, tempo di regali. I giorni precedenti la fatidica data sono per molti il momento della corsa all’acquisto dei doni, vissuto da alcuni come un piacevole rituale, da altri come uno stress. Possiamo fare regali per diversi motivi: per esprimere affetto, per esprimere gratitudine, per consolidare legami, per interesse, per obbligo. Da un punto di vista sociale, lo scambio dei regali ha risvolti non indifferenti, perché chiama in causa una serie di regole, esplicite ed implicite, e perché condensa in sé attese e aspettative che hanno una connotazione emotiva. Nel regalo che transita tra due individui, ciascuno proietta l’idea che ha di sé e dell’altro, che spesso non coincidono esattamente con quelle che proietta l’altro,  generando un intreccio di attribuzioni che rende particolarmente difficile fare un regalo davvero “azzeccato”.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Lo scambio di doni, e a maggior ragione il fatto di riceverne, viene in genere considerato come qualcosa di piacevole e desiderabile. In realtà, sono molte le persone che  non amano fare o ricevere regali, non solo a Natale ma anche come atteggiamento  generalizzato, al di là delle ricorrenze. Quali sono i motivi?

– Il fatto che a Natale lo scambio dei doni sia considerato un dovere o un obbligo sociale, può di per sé rendere sgradevole ad alcune persone sia il farli che il riceverli. Preferiscono infatti dare e ricevere regali al di fuori di ricorrenze specifiche, perché ritengono che restituisca autenticità al gesto e permetta di esprimere in modo più spontaneo e vero l’interesse per l’altro, inoltre lo considerano un modo per opporsi al consumismo che snatura le feste religiose, per ribellarsi all’ipocrisia e ad un’esteriorità di facciata.

– L’avversione per la corsa ai regali può dipendere da un’insoddisfazione per la propria vita e per le proprie relazioni: lo scambio di doni imposto dalle convenzioni può sottolineare ancora di più la mancanza di legami e rapporti significativi, far emergere un’amara consapevolezza, acuire una sofferenza per la mancanza di calore e per la solitudine.

– Alcune persone non amano fare regali per il costo che comportano. Può trattarsi di  una questione di avarizia, che in certi casi può arrivare a livelli patologici. Altri sono purtroppo costretti a non acquistare regali a causa di difficoltà economiche oggettive, e la pressione che sentono in occasione delle feste intensifica ulteriormente la frustrazione e il disagio della propria condizione. Non tutti riescono a proporsi con un dono di scarso valore economico, magari con qualcosa di realizzato da sé che potrebbe essere persino più apprezzato da chi lo riceve. Preferiscono rinunciare del tutto per vergogna o per evitare di trovarsi in situazioni imbarazzanti.

– Non fare regali a Natale può essere un’abitudine ereditata dalla propria famiglia di origine, che si continua a portare avanti anche da adulti. In altri casi può invece essere la conseguenza di esperienze negative nella propria famiglia, ad esempio il fatto di aver sempre ricevuto doni non graditi, non adatti a sé.

– Anche se il regalo di per sé oggettivamente è apprezzabile, può suscitare una reazione negativa in chi lo riceve per diversi motivi.  Se è valutato come eccessivo, può suscitare la sensazione di non meritarlo o di non esserne all’altezza, oppure il sospetto che sia fatto per ottenere in cambio qualcosa, per ostentazione,  o addirittura per spregio e per sottolineare la propria posizione di inferiorità, soprattutto nel caso in cui non si possa ricambiare. Per alcune persone, in generale il ricevere regali fa sentire in una posizione di sottomissione e di dipendenza: ogni regalo è vissuto come un debito contratto e una costrizione a contraccambiare, condizione che vogliono evitare. Anche il dover ringraziare può essere vissuto come una sgradevole condizione di dipendenza da un altro, come se l’altro avesse un potere su di sé.

– In certi casi, è lo stato d’animo della persona a non permettere di apprezzare il regalo e provare emozioni positive: una condizione di umore depresso, ad esempio, rende difficile gioire per eventi o attività che normalmente sarebbero graditi dalla persona. Anche andare a comprare un regalo e consegnarlo al destinatario può diventare un’attività complessa e faticosa per una persona depressa, perché richiede di attivarsi su diversi fronti e superare una catena di piccoli ostacoli che possono apparire insormontabili.

Il rapporto che si ha con la persona da cui si riceve un regalo, condiziona anche il modo in cui viene percepito il dono e tutte le attribuzioni  sulle intenzioni dell’altro e sul valore del regalo. Possiamo perciò essere infastiditi, amareggiati, arrabbiati o delusi se vediamo nel regalo un tentativo di manipolazione, un modo per ammansirci o scaricarsi la coscienza, una strategia per riagganciarci da parte di qualcuno con cui vogliamo chiudere i rapporti, o l’ennesima dimostrazione di scarsa attenzione nei nostri confronti, tanto più se scatta un paragone con i regali che la stessa persona fa ad altri. Più il legame è stretto e confidenziale, più l’altro dovrebbe conoscerci e perciò potremmo restare delusi da un regalo impersonale o  molto lontano dalle nostre preferenze o dalle nostre caratteristiche. Specialmente quando è il partner a sbagliare sistematicamente il regalo, alcune persone provano amarezza perché si sentono non comprese, come se il partner non le conoscesse davvero.

– Per alcuni l’atto di scambiarsi dei regali e in particolare di scartarli può suscitare una sorta di ansia da prestazione: temono che il regalo non piaccia, si sentono in imbarazzo per la possibile reazione dell’altro e per la propria reazione, temono il giudizio, non sanno esternare adeguatamente apprezzamento e gratitudine o temono di non saper camuffare la delusione in caso il regalo non risultasse a loro gradito. Questo tipo di timori sono frequenti nelle persone con ansia sociale.

– Fare un regalo, scrivere un bigliettino di accompagnamento e consegnare il tutto a un’altra persona, sono tutte circostanze in cui occorre avere una certa empatia per mettersi nei panni dell’altro e scegliere qualcosa che potrebbe piacergli, in cui ci si espone per il contenuto affettivo che l’oggetto regalato può trasmettere, in cui di solito si esternano in qualche misura i propri sentimenti e si usano parole e gesti affettuosi. Per alcuni questo comporta un disagio considerevole per una difficoltà a vivere e lasciarsi andare alle emozioni e per un bisogno di mantenere su di esse un controllo.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
Studi a Piane di Camerata Picena (AN) e
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950

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