Il conflitto è un’interazione sociale in cui sperimentiamo un’incompatibilità tra noi e gli altri negli scopi o nei comportamenti. I conflitti fanno normalmente parte della nostra vita quotidiana, ma sono moltissime le persone che hanno difficoltà ad affrontarli e che li temono. Possiamo anzi affermare che il timore dei conflitti sia uno dei problemi per cui più frequentemente le persone chiedono una psicoterapia.

La paura del conflitto si manifesta con ansia rispetto alle situazioni che comportano un contrasto con altri e con la tendenza ad evitare le occasioni di scontro, di divergenze o di discussione. L’ evitamento si traduce nel rifuggire fisicamente ed emotivamente le occasioni conflittuali, nell’accettare richieste scomode o ingiuste, nel lasciar correre, nel fingere di essere d’accordo, nel restare in silenzio, nel cambiare argomento per non far emergere contrasti, nel non esprimere pienamente ciò che si pensa e si prova per il timore che gli altri possano arrabbiarsi, offendersi o sentirsi feriti.
Evitare il conflitto fa sentire protetti e al sicuro e nell’immediato garantisce serenità e armonia, tuttavia comporta diverse conseguenze svantaggiose:
– Impedisce di trovare una soluzione ai problemi e di migliorare le proprie condizioni di vita.
– Fa accumulare disagio, frustrazione e risentimento che possono poi portare ad un’esplosione di rabbia, ad attacchi di panico o allo sviluppo di sintomi psicosomatici come mal di testa, disturbi gastrointestinali, ulcera, tensione muscolare.
– Porta ad accettare passivamente situazioni non volute, subire decisioni su cui non si è d’accordo, non poter difendere i propri diritti, non poter esprimere il proprio dissenso, essere sfruttati da persone che approfittano della propria incapacità a dire di no.
– Rende i rapporti interpersonali non autentici, perché non c’è la possibilità di esprimersi liberamente.
Perché temiamo il conflitto? Le spiegazioni possono essere molteplici:
– Paura del giudizio degli altri: il timore è quello di essere giudicati in modo negativo, essere
disapprovati, essere considerati persone aggressive, maleducate o cattive, deludere le aspettative degli altri.
– Paura di compromettere la relazione, di essere rifiutati e abbandonati, di perdere l’amore degli altri, di perdere un senso di appartenenza. In realtà la relazione viene comunque compromessa perché non affrontare il conflitto apertamente porta all’accumulo di risentimento e rancore o al distacco emotivo, che si riflettono comunque sulla relazione. In certi casi, le persone arrivano anche a ritirarsi da una relazione pur di non affrontare un conflitto, quindi in definitiva i rapporti interpersonali vengono comunque compromessi, sebbene l’evitamento del conflitto avesse lo scopo di preservarli.
– Paura di sperimentare emozioni spiacevoli e dolorose.
– Scarse capacità comunicative, difficoltà a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, difficoltà ad argomentare le proprie opinioni, scarsa assertività.
– Paura di perdere il controllo sulle proprie reazioni ed emozioni: il timore è quello di non essere in grado di gestire lucidamente la situazione, di essere sopraffatti dalle emozioni, di scoppiare a piangere, di arrossire o balbettare, di non avere la risposta pronta, oppure di non controllare la rabbia con il rischio di aggredire fisicamente l’interlocutore e di provocare una degenerazione del conflitto.
– Esperienze passate in cui il conflitto è stato vissuto in modo negativo, come qualcosa di distruttivo e pericoloso: crescere in una famiglia in cui il conflitto è gestito in modo disfunzionale, sfociando in aggressività e violenza, può indurre ad evitare di suscitare e affrontare conflitti con gli altri.
– Un modello familiare di evitamento del conflitto: crescere in una famiglia in cui i conflitti vengono evitati, repressi, puniti con il ritiro dell’affetto o insabbiati per mantenere l’armonia, non permette l’acquisizione di un sano modello di gestione dei conflitti.
– La credenza distorta che sia necessario andare sempre d’accordo con tutti, che questo sia un segno di maturità e di un approccio costruttivo ai problemi e che garantisca un’immagine sociale positiva.
– Insicurezza: porta a dubitare della giustezza delle proprie percezioni, a temere di sbagliarsi, di essere esagerati nelle proprie pretese, di essere eccessivamente critici, fino a sentirsi in colpa per eventuali conflitti.
– Tipo di personalità. La personalità di tipo evitante, in particolare, teme l’interazione sociale per il rischio di incorrere in critiche e disapprovazione e per la paura di non piacere. La bassa autostima e il senso di inadeguatezza della personalità evitante inducono a evitare non solo il conflitto ma in generale tutte le occasioni in cui è necessario esporsi. Anche le persone con personalità dipendente tendono a evitare i conflitti per il timore di perdere il supporto degli altri e ritrovarsi sole. Si sentono incapaci di funzionare autonomamente, quindi cercano in ogni modo di scongiurare la perdita dei legami.
Nel prossimo articolo ci occuperemo di come superare la paura del conflitto e come gestire i conflitti in modo costruttivo.
Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
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