Benessere

Primavera, la stagione dello starnuto

Le allergie sono il risultato di una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, che possono essere rappresentati da sostanze molto diverse: pollini, acari, muffe, cosmetici, cibi... A seconda che l’allergene sia ingerito, respirato o ci sia contatto diretto, l’allergia si manifesta in diversi modi. per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Corrado Micucci, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica, Responsabile del Servizio di Allergologia presso l’ U.O.C. di Pneumologia all’Ospedale Carlo Urbani di Jesi Area Vasta 2

Primavera tempo di starnuti da allergie. La causa, nella maggior maggior parte dei casi, è da attribuire ai pollini, e qui ci vengono incontro anche i sistemi tecnologici grazie ai bollettini dei pollini. Un utile servizio infatti, che aiuta a monitorare la situazione pollini o spore fungine diffuse in uno specifico territorio di tutta Italia, è offerto dal sito www.pollinieallergia.net oppure dall’App, solo per Android, Meteo Allergie (ai pollini).

Dottor Corrado Micucci

Ma non è solo colpa dei pollini se il nostro organismo risponde in modo immediato a qualcosa che non va: cosmetici, polvere, cibi… tante possono essere le cause. È pur vero che ultimamente tanti si scoprono allergici a qualcosa di nuovo rispetto al passato: un prurito della pelle o un rossore improvviso. Siamo sicuri che spesso si tratti solo di un innocuo caso isolato? E se fosse un’intolleranza? Quando e perchè contattare il proprio medico o uno specialista? Abbiamo chiesto al dottor Corrado Micucci, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica – Responsabile Servizio di Allergologia presso l’ U.O.C. di Pneumologia Ospedale Carlo Urbani di Jesi Area Vasta 2, di spiegarci come poter stare ben attenti ai sintomi del nostro organismo in questo periodo.

L’allergia: che cosa è?
«È una risposta dell’organismo ad un agente esterno, un allergene appunto. Tutti noi, ogni giorno, siamo esposti a miliardi di questi contatti. Normalmente, quando ciò avviene, il nostro organismo mette in atto, al fine di arginare il danno, un meccanismo di difesa che si basa sulla risposta del sistema immunitario, il tutto senza che ce ne accorgiamo. Alcuni soggetti, invece, a contatto con gli allergeni sviluppano una risposta immunitaria esagerata che induce nel soggetto alcuni sintomi, palesemente avvertibili, che peggiorano il suo stato di salute».

Chi è l’allergologo?
«Lo specialista che, attraverso indagini specifiche e l’ascolto attento del paziente, cerca di capire e di mettere in relazione i sintomi con gli allergeni interessati e quindi di consigliare al paziente una terapia adeguata per gestire al meglio la situazione ed eventualmente stabilire una corretta strategia di prevenzione, per garantire al soggetto allergico la migliore qualità di vita possibile».

Le allergie quali parti del corpo e dell’organismo coinvolgono?
«Poiché gli allergeni possono essere presenti in elementi come pollini, acari della polvere, muffe, alimenti vegetali ed animali, cosmetici, farmaci, veleno di imenotteri, ecc. che entrano in contatto con organi diversi, le parti del corpo interessate nella manifestazione allergica possono essere le più varie. Possiamo quindi avere sintomi respiratori, come la rinite e l’asma, gastrointestinali, cutanei, ecc. Purtroppo a volte accade che, se la reazione allergica è particolarmente grave, più organi possono essere contemporaneamente coinvolti. In questo caso il soggetto può andare incontro anche a gravi sintomi cardiorespiratori, fino allo shock anafilattico».

Quali sono i campanelli d’allarme per i quali contattare lo specialista?
«La ripetitività di un sintomo (un raffreddore stagionale, una tosse o una difficoltà a respirare ricorrenti) o una reazione inaspettata ed esagerata ad una sostanza (ad esempio un alimento o un farmaco) sono in genere i primi campanelli di allarme che devono spingere a contattare l’allergologo. Certo non tutto rientra nella categoria “allergia”. Esistono, infatti, condizioni che non sono reazioni allergiche, ma che possono “mimarle”, come ad esempio gli “effetti indesiderati” legati all’assunzione di alcuni farmaci. Sarebbe dunque utile prima parlarne con il proprio medico curante al fine di valutare la reale necessità di un approfondimento specialistico».

In questa stagione, quali sono le allergie più comuni e quali quelle da non sottovalutare? Cosa fare?
«In primavera circolano nell’aria un gran numero di pollini. Va da sé che siano i pazienti allergici ai pollini stessi a soffrire di più in questo periodo, manifestando congiuntivite o occhi rossi, raffreddore e prurito nasale, difficoltà a respirare con la percezione di un “sibilo” o un senso di pesantezza al torace. In particolare in questo periodo fioriscono le graminacee e la parietaria tra le piante erbacee, gli ulivi tra gli alberi. In questo stesso periodo possiamo trovare anche i pollini dei cipressi e delle betulle, la cui fioritura inizia nei primi mesi dell’anno e si può protrarre fin verso aprile, e quelli delle compositae (artemisia, ambrosia, ecc…) che in genere è più tardiva. Avere sintomi di rino-congiuntivite o difficoltà a respirare in questo periodo dovrebbe sicuramente indurre il soggetto a fare accertamenti allergologici, anche e soprattutto al fine di prevenire ulteriori peggioramenti dei sintomi. Vorrei infine far notare che in primavera-estate aumentano anche le punture di imenotteri (api, vespe, calabroni). Se si viene punti, in casi normali si avrà una reazione di piccola entità o piuttosto circoscritta. Se invece dovesse presentarsi una reazione locale estesa o anche più grave, è bene farsi valutare in ambiente specialistico».

Esistono allergie genetiche?
«La letteratura scientifica descrive la reazione allergica come la manifestazione di un’interazione tra la predisposizione genetica di un soggetto e l’ambiente in cui vive».

Perché negli ultimi anni sempre più persone scoprono di essere allergiche a qualcosa?
«All’aumento dell’incidenza concorrono due fattori in certo qual modo contrapposti. Da un lato le condizioni igieniche notevolmente migliorate, per cui si può dire che oggi si viva, rispetto a quanto poteva accadere ai nostri nonni o bisnonni, in ambienti più salubri: paradossalmente proprio quello che dovrebbe essere un bene ha portato il sistema immunitario a disabituarsi a rispondere in maniera “normale” alle infezioni ed agli agenti esterni, scatenando spesso una risposta anomala ed esagerata. Dall’altro sicuramente l’inquinamento atmosferico in generale favorisce l’aumento dei casi: ad esempio le polveri provenienti dai gas di scarico delle automobili, legandosi ai pollini, ne aumentano la carica allergica».

Si confonde spesso il termine intolleranza con allergia: quali le differenze?
«L’allergia alimentare è, come tutte le allergie, legata al fatto che una componente di un cibo determina in alcuni soggetti una reazione immunitaria con la produzione di specifici anticorpi, le immunoglobuline di classe E (IgE). È come se l’organismo riconoscesse come nemico una componente di un dato cibo. L’intolleranza alimentare, invece, è un meccanismo ancora poco conosciuto. Si può affermare che ad oggi sono due le intolleranze valutabili con test diagnostici riconosciuti dalla comunità scientifica: l’intolleranza al lattosio e l’intolleranza al glutine (meglio conosciuta come celiachia). In genere l’intolleranza è legata alla quantità di alimento assunta. Qualora il paziente manifesti vaghi sintomi gastrointestinali, seppur fastidiosi, dovrebbe rivolgersi in primis al medico di medicina generale ed eventualmente allo specialista gastroenterologo. Molto spesso, infatti, tali sintomi, oggi, vengono facilmente imputati a possibili allergie o intolleranze alimentari, quando potrebbe trattarsi di tutt’altro».

Lo stress favorisce problematiche?
«Non possiamo pensare che sia lo stress a scatenare una reazione allergica. Esistono dati scientifici che evidenziano come condizioni stressanti tendono, semmai, a peggiorare una sintomatologia allergica nonché a rendere difficile il suo controllo clinico e terapeutico».

Tutte le allergie possono essere curate e poi guarite?
«Un’ allergia è un processo generalmente cronico e come tale persistente. Esistono ad oggi alcuni vaccini, per il momento impiegabili in alcune allergie respiratorie e nell’allergia al veleno di imenotteri, che consentono di “rieducare“ il sistema immunitario e pertanto migliorare e spesso guarire la sintomatologia allergica. Per fortuna comunque esistono oggi numerosi farmaci molto efficaci che ci permettono di curare e controllare efficacemente i sintomi allergici».

Agnese Testadiferro

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