Benessere

Litigi tra bambini, come possono intervenire gli adulti

I conflitti tra bambini sono necessari per il loro sviluppo armonioso; piuttosto che eliminarli, è utile insegnare ai piccoli come gestirli

bambino, litigio
(Foto di Victoria_rt da Pixabay)

Con il ritorno a scuola e le maggiori occasioni di interazione sociale, anche la possibilità di litigi tra i bambini aumenta in modo esponenziale, ponendo a genitori e insegnanti il problema di come gestire i conflitti tra i più piccoli. Soprattutto nell’età prescolare e, anche se in misura minore, nell’età della scuola primaria, i litigi tra bambini sono infatti molto frequenti e rappresentano un evento fisiologico. Spesso gli adulti caricano i litigi tra bambini di significati che essi di per sé non possiedono ed è proprio la loro reazione che rischia di complicare situazioni che si sarebbero risolte spontaneamente in breve tempo. Capita molto spesso, infatti, che scoppi un litigio improvviso tra bambini che stavano giocando, e che altrettanto rapidamente il conflitto si dissolva e dopo pochi minuti i litiganti tornino tranquillamente a giocare come se nulla fosse accaduto, senza strascichi di rancori o vendetta: scene che chiunque lavori in una scuola dell’infanzia o abbia più figli, soprattutto se tutti piccoli, può osservare ripetutamente, anche decine di volte in un’ora. I bambini sembrano quindi capaci di litigare senza che questo comprometta le loro relazioni.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Gli adulti sono preoccupati dai conflitti tra bambini ed esortano i bambini ad andare d’accordo, a non litigare, ad essere tutti amici, a fare la pace, a scusarsi, prima ancora di conoscere cosa abbia portato al litigio. Il conflitto, soprattutto tra i piccoli, è connotato negativamente nel mondo adulto, a prescindere dai motivi sottostanti, e si tende a reprimerlo e soffocarlo.  Al contrario, i conflitti tra bambini svolgono una funzione importante e sono anzi considerati un necessario tassello per uno sviluppo armonico del bambino, perciò lo scopo dovrebbe essere non quello di eliminarli , ma  di insegnare a gestirli, perché un bambino che impara a gestire i conflitti sarà anche da adulto maggiormente in grado di affrontare le frustrazioni in modo costruttivo.

Quali sono i motivi che scatenano i litigi tra i bambini? Generalmente il conflitto nasce per il possesso di un oggetto, perché entrambi vogliono usare un certo giocattolo, perché entrambi vorrebbero ricoprire un certo ruolo nel gruppo, o perché hanno idee e opinioni in contrasto. Motivi del tutto comprensibili, mentre meno comprensibili sono le pretese degli adulti, che quotidianamente litigano tra loro per i motivi più banali, ma si aspettano che un bimbo di 3 o 4 anni ceda volentieri i suoi giocattoli ad altri senza protestare. L’idea che sia possibile stare e giocare insieme senza mai contrasti in un clima di costante armonia è un mito che non è praticabile nella realtà, e anche se lo fosse,  non sarebbe sano.

Qual è l’utilità dei contrasti tra bambini? Secondo numerosi studiosi della psicologia infantile (Oliverio Ferraris, Marcoli, Vegetti Finzi, Carugati, Bonino, Novara), i conflitti tra bambini favoriscono lo sviluppo cognitivo e sociale. Litigando, i bambini hanno modo di attivare la capacità di negoziare tra la propria volontà e la realtà esterna, di  apprendere che gli altri possono avere idee, emozioni e  bisogni differenti dai loro, di imparare diverse strategie da usare nelle diverse situazioni della vita. Non bisogna temere il confronto, lo scontro e il conflitto, perché questi aiutano a sviluppare risorse e sono occasione di crescita,  più di una condizione di  cooperazione e armonia. Litigando, i bambini apprendono a conoscere la propria aggressività e a dosarla, piuttosto che reprimerla con il rischio che poi scoppi in modo improvviso e travolgente. Si tratta di un allenamento emotivo in cui imparano a dare un nome a ciò che provano e a governarlo.

Cosa dovrebbe fare quindi l’adulto di fronte a un conflitto tra bambini? Anche se la tentazione di  intervenire subito per fermare il litigio è forte, è più utile trattenersi e aspettare, perché solo in questo modo i bambini hanno la possibilità di trovare da soli una propria soluzione al conflitto, sviluppando quindi le loro abilità di comunicazione e negoziazione. Inoltre, la soluzione formulata dai bambini  potrebbe rivelarsi più creativa di quanto gli adulti pensino ed è molto più efficace perché prodotta da loro piuttosto che calata  dall’esterno.  Gli adulti impongono infatti  le proprie soluzioni,  che però spesso si discostano molto da quelle a cui i piccoli arriverebbero spontaneamente ,perché adulti e bambini  hanno un’idea di giustizia diversa.  I bambini hanno grandi capacità di autoregolarsi e degenerano in violenza più raramente di quanto gli adulti temano: attacco fisico e verbale sono strategie usate poco frequentemente dai bambini e impulsi aggressivi intenzionali sono alla base dei litigi in non più del 4-5 % dei casi (Novara, Di Chio, 2013) e restano eccezionali soprattutto sotto i sei anni di età.

E cosa fare quando invece è opportuno intervenire perché il conflitto sta degenerando, oppure sono proprio i bambini a chiedere all’adulto di intervenire, chiamando in causa un genitore o l’insegnante? In questo caso, il ruolo più utile dell’adulto non è fare da arbitro e decidere chi ha ragione, ma aiutare entrambi a esprimere le emozioni provate in quel momento e i motivi dietro il proprio comportamento (sia verbalmente che attraverso il disegno o la parola scritta, e in caso di bambini molto piccoli, mettendo in parole al posto loro delle possibili interpretazioni di ciò che accade), incoraggiare a mettersi nei panni dell’altro, stimolarli a escogitare soluzioni che possano andare incontro alle necessità di entrambi. In questo modo ciascuno può sentirsi compreso nelle sue ragioni (e questo, di per sé, solitamente abbassa il livello del conflitto, anche tra adulti) ma può anche imparare a  tenere conto delle emozioni e dei punti di vista degli altri, ad adattare i propri bisogni al contesto; ciascuno viene responsabilizzato, piuttosto che subire passivamente la decisione dell’adulto.  Come evidenziato dalle ricerche condotte in materia (particolarmente interessanti i lavori di Novara e Di Chio), insegnare ai bambini come risolvere da soli i propri conflitti fa diminuire la frequenza dei litigi.

L’intervento immediato dell’adulto è consigliabile solo quando  ci sia  il reale pericolo che i bambini possano farsi male.  In questo caso è opportuno separare fisicamente i bambini, ma sempre evitando di dare giudizi o di stabilire di chi sia la colpa: lo scopo è evitare danni, far sbollire la tensione e prendere tempo, per poi tornare con più calma sui motivi del litigio e sulle possibili soluzioni, come illustrato prima.

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta Consulenza, sostegno e psicoterapia online tramite videochiamata
Studi a Piane di Camerata Picena (AN) e
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950

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