Benessere

Gli effetti negativi dei social media sui minori

I social media offrono diversi vantaggi, ma sono sempre più consistenti le prove sugli effetti negativi sul benessere di bambini e adolescenti

La correlazione tra uso dei social network e salute mentale è oggetto di crescente attenzione da parte dei ricercatori e la letteratura scientifica sul problema sta fornendo osservazioni di cui tutti dobbiamo tenere conto: i genitori e gli adulti che si prendono cura di bambini e adolescenti devono essere consapevoli dell’impatto dei social sul loro benessere e aiutarli a sviluppare abitudini sane.
I social media possono offrire dei vantaggi, ma ci sono anche ampi indicatori che possano costituire un rischio di danno per la salute mentale di bambini e adolescenti, anche se sono necessari studi più approfonditi. Recentemente il Surgeon General, il massimo funzionario sanitario degli Stati Uniti, ha pubblicato un documento che costituisce un avviso ufficiale alla popolazione americana sui rischi dei social media per la salute mentale dei minori.

Il documento del Surgeon General riporta dati in linea con altri studi: il 95% dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni dichiara di utilizzare almeno una piattaforma di social media (le più usate sono TikTok, Instagram, Youtube, Facebook) e un terzo ne fa un uso costante. Metà degli adolescenti riferisce che avrebbe difficoltà a rinunciare ai social, mentre un terzo si dichiara dipendente. Malgrado sia previsto il limite minimo di 13 anni di età per accesso ai social, l’esordio avviene spesso prima dei 10 anni, addirittura a 4 o 5. Può accadere che i genitori non sappiano che i loro figli utilizzano i social: dal sondaggio di ExpressVPN su 2000 bambini tra i 4 e i 13 anni e sui loro genitori, risulta che un quarto dei genitori dichiara di permettere ai figli l’uso dei social, ma più della metà dei figli dichiarano di utilizzarli. Il potenziale danno dipende dal tempo di utilizzo, dal tipo di contenuti, dal grado in cui l’utilizzo interferisce con le altre attività quotidiane, dal grado di consapevolezza del minore, dalla sua peculiare fase evolutiva e condizione familiare e sociale.

I social media offrono diversi vantaggi: la possibilità di mantenersi in contatto con gli altri, di rafforzare i legami di amicizia e di crearne di nuovi, rafforzando il sentimento di appartenenza sociale; la possibilità di accedere in modo istantaneo a molte fonti di informazioni, intrattenimento, contatti sociali, favorendo nuovi apprendimenti; la possibilità di uno spazio per l’espressione di sé e delle proprie idee e  per affermare la propria identità; la possibilità di avere sostegno sociale; una maggiore possibilità di accesso alle cure, in particolare alle cure mentali, superando i limiti di mobilità, di non disponibilità geografica di servizi, garantendo discrezione e facilità di utilizzo.

La psicoterapeuta Lucia Montesi

D’altra parte, i potenziali svantaggi e pericoli sono molto numerosi:
Insoddisfazione per il proprio corpo, comportamento alimentare disordinato, bassa autostima derivante dal confronto sociale. Circa la metà degli adolescenti dichiara che i social li fanno sentire peggio riguardo alla propria immagine corporea, mentre una piccola parte si sente meglio. Rapportarsi con l’immagine patinata frutto di filtri e ritocchi che domina sui social può condurre ad un’alterazione della percezione di sé e del proprio corpo. Sono presenti online anche contenuti e gruppi che promuovono i disturbi alimentari, incitando ad anoressia e bulimia.

Dominio del giudizio esterno: ricevere approvazione e consensi attraverso un giudizio esterno, magari di sconosciuti, comporta che la formazione dell’identità di bambini e adolescenti si giochi su cosa pensano gli altri e sul loro giudizio.

L’esposizione a contenuti inappropriati, contenuti spaventosi e contenuti  basati sull’odio, sessismo e razzismo è molto comune e avviene in un’età in cui la percezione del pericolo e delle conseguenze negative delle proprie azioni è ancora limitata e in formazione.

Dipendenza dovuta alla produzione del neurotrasmettitore dopamina che causa piacere in concomitanza con like e reazioni ricevute, per cui più si prova piacere, più il desiderio aumenta. Come le altre dipendenze, è caratterizzata da tolleranza (necessità sempre maggiore di rimanere connessi) e astinenza (disagio e irritabilità qualora non sia possibile accedere ai social). Una particolare forma di ansia e di conseguente dipendenza è la cosiddetta “paura di perdersi qualcosa”, ovvero sentirsi ansiosi se non si è costantemente al corrente di ciò che accade e temere di essere tagliati fuori da occasioni importanti.

Cyberbullismo e molestie: essere vittime di commenti offensivi, diffusione di voci o bugie, messaggi minacciosi può far sentire isolati, spaventati, depressi, spingendo anche al suicidio.

Adescamento online, pedopornografia, sexting: i contatti online con gli adulti possono comportare rischi di sfruttamento sessuale, molestie, minacce di estorsione, soprattutto per i minori più vulnerabili. L’invio e la ricezione di messaggi e immagini sessualmente espliciti può avere conseguenze di varia gravità, anche per la potenziale diffusione incontrollata.

-Pericoli legati alle challenge: le challenge sono sfide in cui si deve dimostrare a sé stessi o agli altri di saper fare qualcosa, spesso di pericoloso, di fronte a un pubblico molto vasto. Lo scopo è impressionare e raggiungere visibilità. Si tratta di video che spesso diventano estremamente popolari e che inducono facilmente emulazione, per la tendenza degli adolescenti a conformarsi, ad accettare in modo acritico ciò che gli altri propongono. I ragazzi si incitano a vicenda nel mettere in atto azioni pericolose, spesso tenendo segrete agli adulti queste pratiche. La competizione può comportare rabbia, frustrazione, aggressività. Il rischio di compiere atti di autolesionismo aumenta del 50% dopo aver visto altri compierli.

Compromissione del sonno: gli studi dimostrano una relazione tra uso dei social media e difficoltà del sonno,  scarsa qualità del sonno, minor durata del sonno, inizio del sonno tardivo, con effetti negativi sul rendimento scolastico e su altre attività quotidiane.

Compromissione delle altre attività quotidiane come il tempo trascorso con gli amici e in famiglia, relazioni più evanescenti, meno solide, difficoltà a interagire faccia a faccia, maggior tendenza a mentire: bambini e ragazzi dichiarano di mentire sui social su età, aspetto fisico, su dove abitano cosa stanno facendo. Possono farlo per proteggere informazioni personali, ma anche per aggirare divieti di accesso e per conformarsi a norme irrealistiche e pressione sociale.

Difficoltà a sviluppare la capacità di regolare le emozioni, perché navigare sui social è utilizzato per non pensare, distrarsi e quindi non affrontare le emozioni.

Ansia e depressione: il confronto sociale esasperato con altri utenti relativamente ad apparenza fisica, popolarità e successo e con contenuti che mostrano sempre solo gli aspetti più desiderabili della vita degli altri (le persone tendono a mostrarsi soddisfatte, equilibrate e sicure di sé), può indurre senso di inadeguatezza, ansia e depressione, soprattutto in una fase in cui bambini e ragazzi non hanno ancora sviluppato il senso di sé. Il confronto è con modelli estremi, fuori dalla propria portata, e mancano modelli più “normali” e accessibili. I social possono avere un effetto indiretto sulla salute mentale in quanto sostituiscono altre esperienze come le interazioni di persona, l’esercizio fisico e il sonno. D’altra parte il legame tra stati di disagio psicologico e uso dei social potrebbe essere inverso: lo stato emotivo interiore determina la modalità e qualità di utilizzo dei social, per cui ragazzi insicuri, depressi o aggressivi ricorrono allo strumento digitale per gestire lo stato emotivo. Quindi la tecnologia potrebbe essere un meccanismo di risposta piuttosto che la causa.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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