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Figli si nasce, genitori si diventa: i consigli della coach per madri e padri imperfetti. Prima regola: «Crescilo libero e protetto»

I genitori non devono essere perfetti, possono anche sbagliare e sperimentare anche emozioni negative. Fondamentale: avere un dialogo costruttivo e consapevole. E coltivare l'autostima dei figli

padre e figlia
(Foto di Pexels da Pixabay )

Figli si nasce, genitori si diventa. Quello del genitore è un viaggio affascinante e cerca continuamente risposte a domande come queste: qual è il modo migliore per comunicare con mio figlio? E quello per lodarlo? O per sgridarlo? I genitori sono la prima “agenzia educativa”, la prima “scuola di vita” per bambini e ragazzi e tutto ciò che viene appreso a casa influirà sulle loro capacità emotive, cognitive e relazionali. Tutto questo rappresenta per gli adulti di riferimento una grande sfida e le difficoltà possono essere all’ordine del giorno. Non bisogna però scoraggiarsi: i genitori non devono essere perfetti, possono anche sbagliare e possono sperimentare anche emozioni negative.

Il ruolo del  genitore è essere un esempio nell’insegnare i “Valori”, rispetto e amore. Il loro esempio e la modalità con cui riusciranno ad esprimere, gestire ed elaborare queste emozioni saranno una guida per i figli, sin da piccolissimi, e li aiuteranno a sperimentarsi senza paure.

Roberta Cesaroni, life e mental coach

Tra genitori e figli la comunicazione dovrebbe muoversi come un flusso libero e continuo, rimbalzando come una pallina da ping-pong, da una direzione all’altra. Di fatto un genitore che parla, parla e poi ancora parla …non sta comunicando, sta realizzando un monologo. E allora occorre farsi delle domande: quando combina un danno grosso, come posso intervenire, risolutamente senza distruggere la sua autostima o compromettere la nostra relazione?

E quando il problema è quello che gli dicono gli altri, ad esempio i compagni di scuola o gli insegnanti, come posso intervenire?

Fare il genitore vuol dire in primo luogo avere un dialogo costruttivo e consapevole, per aiutare i nostri figli a procedere con serenità, equilibrio e tanto amore sul loro percorso di vita. Dialogando, ascoltando i loro racconti, sostenendo, educando nelle mille occasioni di confronto quotidiane.

Ogni giorno i ragazzi si trovano ad affrontare piccoli e grandi problemi, come persone, come alunni, come amici, e come figli. E nel farlo la cosa più importante è che non si sentano mai soli e inascoltati.

Essere genitori non è sempre facile, anzi quasi mai lo è.

Tutti noi sperimentiamo almeno qualche volta quel senso di solitudine e frustrazione che ci coglie quando, pur con tutto l’impegno e l’amore possibili, cerchiamo di aiutare i nostri figli senza ottenere risultati immediatamente apprezzabili.

Siamo davvero sicuri di conoscere i nostri ragazzi? La loro vita, le loro emozioni e le loro sfide quotidiane?

I genitori devono saper conoscere la vita dei propri figli, e non solo a che ora deve andare a letto, quando dovete accompagnarlo in piscina e quali cibi lascia spesso nel piatto. Ma siete altrettanto sicuri di sapere cosa pensa e cosa prova in questo momento della sua vita, e in generale durante la sua giornata?

Cosa gli fa paura e cosa invece li attira di più?

Quali emozioni sta affrontando in questo periodo?

Quali sono le persone, coetanei e adulti, che frequenta più o meno volentieri e per quali motivi?

E cosa prova rispetto alle attività che svolge ogni giorno?

La frenesia della vita quotidiana riduce il tempo di dialogo, del confronto e della conoscenza profonda, dell’ascolto e dell’osservazione.
Anche in famiglia, tra genitori e figli, si scambiano frasi veloci, fatte soprattutto di informazioni pratiche per gestire le incombenze quotidiane.

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Ma l’amore che nutriamo verso i nostri figli passa prima di tutto attraverso la loro conoscenza.

Per aiutare i nostri figli a crescere, oltre all’amore, possiamo contare sulla forza delle nostre parole. Infatti, grazie alle parole possiamo insegnare ai nostri ragazzi ad avere un “sistema personale di giudizio”, basato sui propri valori e gusti, piuttosto che su quelli degli altri.

Gli esperti ci dicono che il modo in cui gli altri li vedono, spesso diventa il modo in cui loro vedranno se stessi. E quindi  i giudizi che gli altri esprimono su di loro, in buona e mala fede, possono portare i nostri figli a un basso livello di autostima. Questo perché la fiducia che i nostri figli nutrono in se stessi è spesso legata a doppio filo al giudizio di altre persone, su cui di fatto non hanno nessun controllo.

L’autostima è l’immagine che ognuno ha di se stesso ed è un elemento così importante da condizionare il modo in cui affronteranno ogni momento della vita. Il presupposto fondamentale affinché un ragazzo cresca credendo in se stesso invece, è che i genitori per primi credano in lui. Qualunque risultato raggiunga. L’autostima è il dono più prezioso che un genitore può regalare al proprio figlio.

Come può un genitore, aiutare il proprio figlio a creare e mantenere solida la propria autostima?

Dando maggior valore alle loro opinioni e ai loro punti di vista. Più gli insegniamo sin da piccoli, a ragionare con la loro testa, più eviteranno di farsi condizionare dagli altri. E nel farlo il  linguaggio viene in nostro aiuto.

Le parole si possono scegliere e quando comunichiamo con i nostri figli questa è la scelta più preziosa che abbiamo a disposizione.

Insegnamenti, rimproveri, battute scherzose, ogni parola che rivolgi a tuo figlio può essere per lui una sorgente di energia o la fonte di un inquinamento emotivo che lo condizionerà lungo il percorso del suo sviluppo.

Perché le parole sono importanti?

Ci sono momenti delicati nella vita dei nostri ragazzi, ad esempio se ha litigato per l’ennesima volta con un compagno di scuola, che a noi potrebbero non dire nulla o sembrare irrilevanti, ma che per loro possono essere molto coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Questa emotività fa sì che la sua ricettività sia straordinariamente alta.

Ciò che vive, sente, ascolta e prova in quei momenti genera parte della sua autostima e dei suoi comportamenti futuri. In quei frangenti i ragazzi sono come un terreno arato e ben concimato, nel quale le parole cadono come semi. Quando l’emozione finisce, la terra si richiude e il seme che è stato gettato nel solco comincia a germogliare e a dar vita a una pianta.

Come genitori, è bene che ci si interroghi in ogni momento sul tipo di pianta che si desidera veder crescere.

Infatti, ogni conversazione che si intrattiene con loro è come una semina, il cui frutto prima o poi germoglierà, lasciandoti orgoglioso, sorpreso, stupito oppure impreparato.

Sono le parole che scegliamo di usare a determinare più di ogni altra cosa l’efficacia di genitore, contribuendo a formare la persona che tuo figlio sarà, la percezione che avrà di se stesso, il livello della sua autostima, l’amore e la fiducia che nutrirà per se e per gli altri.

«Ti amo per quello che sei, indipendentemente dai risultati o dai successi che ottieni», sembrano parole scontate (quale genitore non le pensa?), ma risulta molto difficile trasmetterle con sincerità e costanza.

Atteggiamenti importanti per l’autostima:

  • Crescilo libero e protetto
  • Non criticarlo, non giudicarlo
  • Rimproveralo senza ferirlo
  • Aiutalo nella scelta degli amici
  • Rassicuralo sul suo aspetto fisico
  • Amalo perché è diverso da te
  • Prenditi cura della tua autostima, genitore


Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager

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