Benessere

Si può essere felici senza amici? La risposta della psicologa

Ci sono persone che non hanno amici o ne hanno pochissimi e si dicono ugualmente felici e soddisfatte, a differenza di quanto comunemente si pensi

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(Foto di Pexels da Pixabay)

Non avere amici o averne pochissimi è una condizione generalmente considerata triste, non normale o poco sana. Le persone senza amici sono percepite negativamente: si pensa che abbiamo difficoltà relazionali, che siano troppo chiuse, asociali, o troppo timide, e che sicuramente sarebbero più felici se avessero degli amici. Vengono di solito sollecitate dagli altri ad avere più rapporti sociali e a superare questa condizione anomala per evitare una serie di conseguenze sul loro benessere emotivo e sulla salute fisica, in quanto molte ricerche hanno mostrato come una rete di amicizie sia un fattore di resilienza che aiuta a fronteggiare gli stress, migliora la salute e l’aspettativa di vita, mentre la solitudine ha un impatto negativo.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

Tuttavia, occorre distinguere se la solitudine sia subìta e non desiderata, o sia deliberatamente scelta. Una scarsa rete sociale ha infatti un effetto negativo quando sia percepita come una solitudine che fa soffrire, che non si vorrebbe. Ma ci sono anche persone che non hanno amici e tuttavia non si sentono sole e si definiscono felici e soddisfatte della propria vita. Spesso non hanno modo di parlarne apertamente con gli altri perché incontrano un atteggiamento di rifiuto e di critica o di invalidazione (“Dici così ma in realtà non sei felice”), perché la maggior parte delle persone crede che sia impossibile essere felici senza avere amicizie.

Chi sono le persone che, pur non avendo amici, si ritengono comunque felici? Le situazioni possono essere molteplici, da quelle in cui vi è una scelta deliberata, a quelle in cui la persona si adatta alla mancanza di amici pur non avendola scelta, fino a quelle in cui la “felicità” è relativa, in quanto dipende dall’evitare  di doversi confrontare con qualcosa che causa disagio, ansia o dolore:

– Per alcune persone sono sufficienti i rapporti sociali più superficiali che intrattengono quotidianamente con colleghi, vicini di casa, negozianti ecc. Sono appagate anche da interazioni di breve durata, come  lo scambiare poche parole, e non sentono il bisogno di andare oltre e consolidare il legame in amicizia.

– Sono persone che amano passare il tempo in compagnia di sé stesse o praticare ciò che a loro piace senza aver bisogno di qualcuno a fianco, quelle che possono essere definite come persone solitarie.

– La persona trova nel partner o nei propri familiari ciò che caratterizza un rapporto di amicizia: vicinanza, supporto, confidenza, condivisione, interessi in comune, aiuto in caso di difficoltà. Pertanto, non sente il bisogno di allargare la propria cerchia ad altre persone.

Sono persone introverse che prediligono stringere legami profondi con poche persone, rispetto alle estroverse che necessitano di un maggior numero di rapporti sociali. Si rilassano più facilmente da sole che  in compagnia e hanno bisogno di tempo da passare in solitudine per ricaricarsi dal sovraccarico di stimoli che avvertono nelle situazioni sociali. Di solito gli introversi preferiscono avere pochi amici, “ma buoni”, e vivere i rapporti di amicizia con una singola persona alla volta e in profondità. Gli introversi gradiscono le amicizie, ma hanno bisogno che queste non invadano gli spazi di solitudine di cui necessitano.

– Secondo alcune ricerche, le persone intelligenti e creative riportano una diminuzione della soddisfazione personale quando trascorrono il tempo con gli amici, perché si sentono più limitate nel potersi dedicare liberamente ai propri interessi e nel doversi adeguare alle esigenze degli altri.

– La persona ha un concetto elevato di amicizia, che distingue dai rapporti di frequentazione occasionale e dalle conoscenze. Può perciò avere anche un gran numero di rapporti sociali, ma riferire di non avere amici o di averne solo uno o due, perché intende “amici veri”, quelli con cui c’è un legame di confidenza e fiducia profonda e reciproca,  quelli che anche secondo il noto proverbio, sono rari come tesori.

– Alcune persone sono molto impegnate con il  lavoro, la scuola, la propria famiglia o con interessi e passioni e ritengono di non avere tempo da dedicare alle amicizie.

Alcuni preferiscono stare soli perché hanno interessi molto peculiari, non riescono a trovare amici che vogliano condividerli e pertanto scelgono di procedere da soli per non rinunciare alle proprie passioni, oppure si annoiano a interagire se non hanno modo di parlare di ciò che a loro interessa.

– Le persone che sono rimaste deluse in passato da altri rapporti di amicizia  possono decidere di non cercarne altri per proteggersi da ulteriori delusioni o perché arrivano a concludere che l’amicizia vera non esista e sia pertanto inutile allacciare nuovi rapporti. Possono osservare i rapporti di amicizia altrui e notare quanto possano essere tossici, di circostanza, sbilanciati, basati sulla convenienza o sull’usare l’altro come pattumiera dei propri problemi, e decidere di restare con sé stesse finchè non trovino qualcuno con cui costruire un rapporto sincero ed equilibrato.

– Per alcune persone con difficoltà sociali, non avere amicizie permette di evitare di confrontarsi con la difficoltà e di evitare l’ansia del giudizio. Pur non essendo una condizione che si potrebbe definire di felicità, è però vissuta come un’opzione preferibile che preserva da alti livelli di stress e da emozioni vissute come intollerabili, e permette perciò una percezione di maggiore benessere che fa dire “Sto bene così”.

– Aver vissuto esperienze dolorose o traumatiche può generare un senso di insicurezza, di paura di essere abbandonati e maltrattati, per cui la persona è sfiduciata nei confronti degli altri e preferisce non correre il rischio di soffrire di nuovo e si sente più tranquilla nel non coinvolgersi in legami affettivi.

– Ci sono persone che presentano tratti schizoidi, ovvero uno scarso interesse e piacere verso tutte le relazioni in generale e una tendenza ad essere solitarie e distaccate emotivamente. I tratti schizoidi non sono considerati di per sé patologici; quando diventano troppo rigidi e disadattivi, comportando un disagio o una compromissione funzionale, denotano invece un disturbo schizoide di personalità.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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