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Compleanno, perché alcuni non amano festeggiarlo: l’analisi della psicologa

Il compleanno è una ricorrenza dal forte significato simbolico e non è scontato che sia per tutti occasione gioiosa da festeggiare. Ci spiega perché la psicoterapeuta Lucia Montesi

compleanno
Foto di Thomas B. da Pixabay

Il compleanno è un argomento che compare di frequente nelle sedute di psicoterapia. Che sia il proprio o quello di una persona cara, è una data che catalizza emozioni, aspettative, riflessioni, delusioni, e che rappresenta un’interessante cartina tornasole della condizione emotiva e delle relazioni affettive in un dato momento della storia della persona.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

C’è anche una tecnica psicoterapeutica, un esercizio che consiste proprio nell’invitare il paziente a immaginare un proprio compleanno nel futuro (l’ottantesimo o il cinquantesimo o il venticinquesimo, a seconda della sua età attuale), a visualizzare la scena e immaginare che una persona molto importante per sé si alzi per fare un breve discorso: cosa direbbe del festeggiato? Quali parole userebbe per descrivere chi è, il ruolo che ha ricoperto nella vita fino a quel momento? Cosa direbbe sul significato che il festeggiato ha per gli altri? Si tratta di un esercizio che aiuta la persona a mettere a fuoco i propri valori, ovvero ciò per cui vuole impegnarsi nella vita, che tipo di persona vuole essere, quali punti di forza e qualità vuole sviluppare. Molto spesso le persone che vengono in terapia e stanno male hanno perso il contatto con i propri valori e hanno difficoltà a definirli. L’esercizio del compleanno aiuta a riflettere su come vorremmo essere percepiti dagli altri, cosa vorremmo aver realizzato e come vorremmo essere a un certo punto della nostra vita e su quanto ci stiamo muovendo o meno in quella direzione.

Il compleanno, infatti, che sia atteso con gioia e festeggiato o che susciti avversione e malinconia, ha comunque un forte valore simbolico di bilancio della propria vita, sempre maggiore col passare degli anni. Nel giorno del nostro compleanno siamo più portati a confrontare ciò che siamo con le attese nostre, ovvero con gli obiettivi che pensavamo di raggiungere a una certa età, e con le attese altrui, che siano di familiari e persone vicine o della società e della cultura in cui siamo immersi. Che si tratti di un traguardo di studio come la laurea, del lavoro, delle relazioni affettive, di un figlio, accade quasi a tutti di noi di proiettarci nel futuro e di immaginare di raggiungere certi obiettivi entro una certa età, ad esempio ci proponiamo di laurearci non oltre un certo tempo, o di avere un figlio entro una certa età, che per noi è quella giusta.
In altri casi avvertiamo le pressioni di altri, o ci confrontiamo con ciò che la maggior parte delle persone ha raggiunto a una certa età. Se la realtà si discosta dalle nostre attese, possiamo avvertire un senso di frustrazione, di sconforto, di fallimento. Tendiamo anche, del tutto arbitrariamente, ad attribuire un’importanza particolare ai compleanni “tondi”, come i 30, i 40, i 50 (e, in misura minore, quelli che terminano col 5),  a viverli in modo particolare come significativi di ciò che abbiamo realizzato fino a quel momento.

Molte persone amano festeggiare il proprio compleanno, che si tratti di farlo con pochi intimi o con molti amici, amano ricevere auguri e regali, rimangono deluse se le persone care dimenticano la ricorrenza. In questo periodo di restrizioni dovute al Covid, sono frustrate dal non poter celebrare questa occasione con tutte le persone che vorrebbero accanto. Danno al compleanno un significato importante e si aspettano che sia così per tutti, perciò rimangono amareggiate se gli altri non gli attribuiscono lo stesso valore, oppure trovano incomprensibile che altri possano vivere in modo negativo il proprio compleanno e possano preferire non festeggiarlo.
Si ritiene infatti comunemente che il compleanno sia una ricorrenza gioiosa, un evento felice da festeggiare. Ci sono momenti, fasi e condizioni della vita in cui il proprio compleanno può suscitare invece ricordi dolorosi e sottolineare perdite e mancanze, come può accadere a chi ha vissuto lutti recenti o molto gravi, a chi si trova ad affrontare una malattia propria o di persone care, a chi sta vivendo cambiamenti e situazioni incerte in cui il compleanno, col suo valore simbolico di bilancio, sottolinea ulteriormente la precarietà attuale e  fa rimpiangere periodi più sereni e spensierati.

Altre persone non lo festeggiano mai a prescindere da un momento particolarmente difficile, sono infastidite dalle attenzioni e dagli auguri degli altri, dicono anzi di odiare il proprio compleanno e desiderare che passi più in sordina possibile.
Per alcuni il significato negativo del compleanno è legato a compleanni tristi dell’infanzia in un clima familiare pesante, per altri dipende dall’associazione con il progressivo invecchiamento, per altri ancora il compleanno è un ricorrente promemoria dell’insoddisfazione e dell’infelicità della propria esistenza. Altre, più semplicemente, non sono mai state abituate in famiglia a festeggiare i compleanni  e non attribuiscono a queste date un significato particolare.

Il compleanno può suscitare emozioni contrastanti perché ci mette a confronto con la dimensione del tempo che passa ma anche con la dimensione del ricevere: come viviamo l’essere al centro delle attenzioni degli altri? Ci sentiamo meritevoli di ricevere? Come viviamo la sorpresa? Quanto possiamo accettare quello che gli altri possono/vogliono darci e quanto tolleriamo la delusione se non corrisponde a quello che vorremmo? Come viviamo il non avere un controllo su quello che può arrivarci dagli altri, che siano il regalo, gli auguri, interesse e attenzione per noi?
La scelta se festeggiare o meno il proprio compleanno chiama perciò in causa questioni complesse che spesso sfuggono anche alla nostra piena consapevolezza. Riconoscersi il diritto di scegliere di festeggiarlo a proprio modo o anche di non festeggiarlo affatto è già un passo importante per rimanere o rientrare in contatto con sé stessi e celebrare la propria autenticità.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
Per appuntamento tel. 339.5428950
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