Benessere

La prevenzione oncologica parla 12 lingue, via alla App per gli screening

L'iniziativa, unica in Italia, coinvolgerà gli immigrati nei programmi di prevenzione per il cancro alla cervice uterina, alla mammella e al colon retto. Nelle Marche l'adesione tra la popolazione agli screening gratuiti offerti dal Sistema sanitario regionale è piuttosto bassa

Foto d'archivio

ANCONA – In una società sempre più globale e nel mese in rosa, la Regione ha lanciato l’App in 12 lingue per promuovere la prevenzione oncologica attraverso gli screening per il cancro alla cervice uterina, alla mammella e al colon retto, tra le neoplasie più frequenti e dalla mortalità più elevata.

Il progetto “Il servizio sanitario si prende cura di te”, unico in Italia, intende coinvolgere la popolazione immigrata nei programmi di screening. Un atto di amore verso se stessi e un’azione positiva dal momento che, affrontare un cancro in tempo, significa anche un risparmio per la sanità pubblica.

Nelle Marche l’adesione agli screening gratuiti offerti dal Sistema sanitario regionale è piuttosto bassa: per il tumore alla mammella è del 54,4%, per la cervice uterina del 42,7% e per il colon retto del 36,5%. La popolazione immigrata essendo meno informata, anche a causa dello scoglio linguistico, è svantaggiata nell’accesso ai servizi, per questo la Regione ha lanciato il servizio in 12 lingue: italiano, albanese, rumeno, arabo, spagnolo, cinese, inglese, francese, ucraino, hindi, urdu e bengalese.

L’iniziativa prevede, materiali informativi come brochures, locandine e schede informative per la ricerca del sangue occulto nelle feci, oltre a approfondimenti sui tre screening oncologici e sulle strutture sanitarie dove si possono fare. Presente anche uno spot video che mostra la preoccupazione di una donna sudamericana che ha ricevuto la lettera di invito per lo screening mammografico e l’incoraggiamento di una donna, anche lei sudamericana, che le rivela di avere avuto le informazioni sugli screening attraverso l’App.

«Un’azione che abbiamo messo in campo per aumentare l’adesione dei migranti agli screening oncologici – spiega il presidente della IV Commissione Sanità regionale, Fabrizio Volpini – adesione bassa anche fra gli italiani, nonostante lo sia in misura maggiore tra i migranti sia per ragioni culturali che di lingua. Ci sembrava giusto dare la possibilità anche alla Regione Marche, che aveva già messo in campo l’Osservatorio diseguaglianze, mostrando attenzione alle problematiche legate alla sanità degli immigrati. Un filone nel quale si inserisce anche l’apertura degli ambulatori dedicati agli immigrati (Stp), avviati in diverse città marchigiane nell’ambito di una azione sanitaria positiva».

Il materiale informativo verrà distribuito in maniera capillare sul territorio anche presso le farmacie pubbliche e private e gli immigrati verranno coinvolti attraverso incontri con le comunità, le associazioni, gli Uffici di Promozione Sociale degli ambiti e i Centri di accoglienza per migranti.

Gli immigrati in Italia rappresentano una platea interessata agli screening oncologici pari all’11% per lo screening alla cervice uterina, al 7% per lo screening della mammella e al 5% per lo screening del colon retto.