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Zona gialla, Acquaroli: «Dossier per l’Iss». Polemica sulla giornata della Memoria

Il presidente della Regione Marche, a margine della seduta del Consiglio regionale, ha replicato a muso duro al Pd, dopo aver annunciato l'invio della documentazione all'Istituto Superiore di Sanità

Francesco Acquaroli

ANCONA – «Stiamo preparando un dossier da inviare all’Istituto Superiore di Sanità perché riteniamo che dal 15 novembre ad oggi, con un Rt sotto a 1 e tre settimane in zona gialla, siano una punizione un po’ eccessiva per una popolazione che è fortemente rispettosa delle regole, e soprattutto che possa mettere in grave difficoltà una economia come la nostra che già denotava problemi precedentemente». Lo ha annunciato il governatore regionale Francesco Acquaroli a margine della seduta del Consiglio regionale nella quale è stata celebrata la Giornata della Memoria. Un documento con il quale intende chiedere il passaggio delle Marche in zona gialla, dall’attuale arancione, alla luce dei parametri per la classificazione delle Regioni nelle fasce di rischio.

Il presidente della Regione Marche ha rimarcato che il problema di percentuale di occupazione nelle terapie intensive del territorio «sta rientrando nei limiti in maniera anche abbastanza repentina. Certo è che non ci sono certezze perché la situazione di oggi potrebbe cambiare in maniera rapida in 5 giorni, 1 settimana», ma per le Marche le premesse per tornare in zona gialla.

Parlando dell’importanza della Giornata della Memoria, il governatore ha dichiarato che «la memoria è un elemento essenziale della nostra storia, dell’attualità e soprattutto per le nuove generazioni. Credo che la giornata odierna sia una giornata che seppur in una fase pandemica che tende a relativizzare tutto, sia fondamentale per fermarci a riflettere su quello che è avvenuto nella storia e che non deve sicuramente avvenire mai più».

Il consigliere regionale del Pd Romano Carancini, con un post su Facebook ha sollevato una polemica, facendo notare il ritardo della Giunta, arrivata in Aula dopo l’inizio della celebrazioni: «Mentre il Presidente del Consiglio Dino Latini avvia la memoria della tragedia dell’olocausto i banchi della Giunta sono desolatamente quasi vuoti – scrive Carancini -. La memoria, la memoria è l’anima della libertà, del rispetto e dell’amore dell’altro. Le Istituzioni hanno il dovere di testimoniare». In Aula erano presenti l’assessore regionale Stefano Aguzzi e poco dopo dall’inizio è arrivato il vicepresidente Mirco Carloni.

Acquaroli però liquida subito ogni accusa spiegando «credo che sia folle solo pensare che c’è una dietrologia dietro a questa cosa e mi dispiace che in un momento di pandemia e crisi economica dobbiamo parlare di questo, è quasi fuorviante». Il governatore ha aggiunto: «ero ad una riunione, quando mi hanno avvisato che il Consiglio stava iniziando ho interrotto la riunione e mi sono piombato in Aula».

All’indomani della ripresa delle lezioni in classe al 50% per gli studenti delle superiori, Acquaroli ha detto che la prima giornata «è andata bene», anche sul fronte dei trasporti, «speriamo che fra qualche giorno i dati continuino a dare ragione e non ci sia una recrudescenza del virus». L’obiettivo, secondo il governatore è quello della «normalità, un auspicio che tutti noi vogliamo, e il ritorno a scuola, seppure al 50% è stato un bel segnale». «La voglia di tornare alla normalità è la cosa che ci spinge ogni giorno a resistere e cercare di fare il più possibile per limitare l’impatto della pandemia, sulla salute, sulla sicurezza e sull’economia. Fondamentale sarà la possibilità di creare l’immunità di gregge che produrrà un impatto inferiore del virus sulla popolazione. Questo – prosegue – dovrebbe consentire di gestire meglio la pandemia fra le categorie più deboli e le fasce più anziane della popolazione».

Sollecitato dai giornalisti sulle dimissioni del premier Conte, Acquaroli ha dichiarato che «in democrazia quando non c’è certezza bisogna ridare la parola agli elettori».

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