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Pubblica amministrazione, vince il precariato

Aumentano i contratti a termine e l'età media nel comparto sanitario. Tutti i dati del 2015 dal rapporto della Ragioneria di Stato, elaborati dalla Fp Cgil Marche

ANCONA – In diminuzione e precaria. È la fotografia che emerge dal conto annuale 2015 pubblicato dalla Ragioneria di Stato, elaborata dalla Fp Cgil Marche sull’occupazione nella pubblica amministrazione. «Arrivano altre amare conferme del calo occupazionale nei settori con tutti i riflessi sui servizi ai cittadini» è l’allarme del sindacato con Alessandro Pertoldi, segretario generale Fp Cgil Marche.

Numeri alla mano, nelle Marche considerando tutti i comparti della pubblica amministrazione (eccetto il personale precario impiegato con contratti flessibili) hanno un contratto a tempo indeterminato 75.052 lavoratori pubblici (di cui 29.220 uomini e 45.832 donne) che rappresentano il 2,55% del totale nazionale (erano 77.043 nel 2010). Nei comparti della sanità marchigiana il calo è evidente: in regione si è passati negli ultimi sei anni dai 20.152 dipendenti presenti nel 2010, ai 19.430 dipendenti del 2015 con una perdita di 722 unità. La Fp Cgil evidenzia come sia «ancora più significativa nelle Marche la diminuzione nel comparto “autonomie locali” dove si è passati dai 14.824 dipendenti del 2010 ai 13.210 dipendenti del 2015 con una perdita di 1.614 unità».

Altro dato rilevante è l’esplosione dell’età media nel sistema sanitario: si sfonda infatti quota 50,1 anni e le proiezioni del conto annuale la collocano a 54,3 nel 2020. Dai dati elaborati dalla Fp Cgil emerge che a crescere tra il 2014 e il 2015 sono stati i contratti non stabili come co.co.co, interinali, tempi determinati.

La riflessione del sindacato: «Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dei dipendenti pubblici, è fatto di tante professioni: infermieri, educatori, operatori socio sanitari, vigili del fuoco, agenti di polizia locale, assistenti sociali, geometri, mediatori culturali – solo per citarne alcune – è fatto di persone che ogni giorno garantiscono i diritti fondamentali dei cittadini». E ancora: «Le prolungate limitazioni al turn over stanno provocando danni irreversibili a partire dal drammatico invecchiamento dei lavoratori pubblici. Un apparato pubblico in costante riduzione negli ultimi dieci anni ed in assenza di rinnovo contrattuale da sette anni. Sette anni di sottrazione di risorse spacciata per razionalizzazione della spesa e di mancati investimenti nella qualità del lavoro pubblico».

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