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Vittima di stupro “mascolina”, prima assolti poi condannati i violentatori

Sentenza bis per due peruviani di 25 anni accusati di aver approfittato di una loro connazionale, ad Ancona, dopo averla fatta bere

La sede della Corte di Appello di Perugia

ANCONA – Tre anni fa la loro assoluzione aveva fatto discutere molto per le motivazioni che il giudice della Corte di Appello di Ancona aveva posto a quel verdetto. «Toppo mascolina per essere violentata». Questo era stato il concetto espresso tanto che sia l’avvocato della vittima, la parte civile è rappresentata dal legale Cinzia Molinaro, che il procuratore generale Sergio Sottani, avevano fatto ricorso in Cassazione. Ricorso accolto con l’invio degli atti a Perugia per un nuovo processo di secondo grado. Ieri la Corte di Appello di Perugia ha ribaltato il secondo grado del caso di stupro avvenuto ad Ancona dove due imputati erano stati assolti dopo un verdetto di primo grado che li aveva invece condannati uno a 5 anni e l’altro a 3 anni di reclusione. 

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I fatti risalivano a marzo del 2015. Lei, una 22enne di origine peruviana, si era recata in ospedale con la madre dicendo di essere stata stuprata, pochi giorni prima, da un coetaneo mentre un amico del ragazzo faceva il palo. I tre erano usciti a bere una birra ma la situazione era poi degenerata. Gli imputati si erano sempre professati innocenti dicendo che i rapporti erano consensuali. Nel 2016 in primo grado vengono condannati. A novembre 2017 assolti in appello. Alle 14 di ieri i giudici umbri  hanno ritenuto colpevoli i due peruviani, difesi dagli avvocati Gabriele Galeazzi e Fabrizio Menghini, confermando la condanna di primo grado. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza che potrà essere impugnata con un ricorso in Cassazione.

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