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“Vita di paese”, c’è il comitato per il docufilm

L'idea lanciata sui social da Luca Pagliari si realizza: saranno volontari quelli che affiancheranno i cittadini colpiti dal terremoto. «Lo faremo il più a lungo possibile», dice il giornalista

Costituito il Comitato “Vita di Paese”. L’idea del progetto lanciata sui social dal giornalista Luca Pagliari prende forma. «Tutti volontari, tutti disponibili a spendere un po’ del proprio tempo per aiutare chi è stato colpito dal sisma. E lo faremo il più a lungo possibile – spiega Pagliari -. Avere un comitato significa poter iniziare a lavorare ufficialmente attorno ad un solo obiettivo: raccogliere fondi per le comunità dei Sibillini e promuovere quel meraviglioso territorio. Tutto regolare e trasparente, ma la grande forza di “Vita di Paese” siamo tutti noi. Un paese virtuale abitato da oltre 2000 anime. Tutte pronte a dare il proprio contributo. Tutte disposte a mantenere accesi i riflettori sui paesi appenninici feriti dal sisma. Giornata speciale quella di oggi, assieme all’amica Gianna Prapotnich abbiamo incontrato anche il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo. Avremo anche questo importante supporto per promuovere le nostre iniziative e la cosa ci fa molto piacere! Non abbiamo bandiere e nessuno è malato di protagonismo. La sola regola che conta è quella del “fare” in maniera efficace e trasparente. Proponete idee, suggerite progetti e aiutiamoci a vicenda in questo cammino…».

 

Le cariche

Presidente: Giuseppe Fiorini
Vice Presidente: Luca Pagliari
Segretario Gianna: Prapotnich
Tesoriere: Federico Biondi
Consiglieri: Fabrizia Giammichele, Claudia Monaldi, Corrado Solofra

da sinistra: il sindaco di Visso, Alessandra A., il giornalista Luca Pagliari

Il primo passo dopo la formazione del comitato

«Generazione 6.5. È quella delle giovani vittime del sisma. È la generazione di chi potrà ricucire lo strappo tra la vita di ieri e quella di oggi. Di chi, pur di non rinunciare alle proprie radici e alla propria storia, accetterà di vivere nella nuova casetta prefabbricata senza farsi troppe domande. Bisogna proteggere questo desiderio come si fa con la fiammella incerta di una candela. Per questo anche il sostegno morale è importantissimo.

L’altro giorno a Visso ho ascoltato a lungo lo zio di Alessandra A. (una delle promotrici dell’iniziativa, ndr). Per lui una vita senza montagne non sarebbe vita. Mi ha raccontato mille cose, come quando il suo golden retriever ha messo in fuga una lupa. Mi sono sentito piccolo di fronte a quelle parole, a quell’amore viscerale per la sua terra. Gli ho detto a mezza bocca che noi, con “Vita di paese” siamo solo una goccia. E la sua risposta è stata questa: «è grazie a queste gocce che qui riusciremo ad andare avanti. Solo grazie a queste gocce». Penso ad Alessandra che è della generazione 6.5, al suo attuale desiderio di tornarsene a Visso continuando a rimbalzare tra gli impegni sportivi a Norcia e l’Università a Camerino», racconta il giornalista.

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