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Verso un’unica Camera di Commercio regionale

E’ stata ribadita con forza oggi nel corso della seduta del consiglio camerale l’ipotesi di un unico ente in tutte le Marche come soluzione organizzativa più adatta e che andrebbe a rappresentare oltre 207mila imprese

ANCONA – E’ stata ribadita con forza oggi nel corso della seduta del consiglio camerale l’ipotesi di una unica Camera di Commercio regionale come soluzione organizzativa più adatta. Infatti un unico ente porterebbe una serie di vantaggi importanti quali la creazione di un centro decisionale forte ed autorevole, con una visione strategica più ampia pur nel rispetto delle specificità dei territori, la diffusione su tutto il territorio regionale di servizi specialistici erogati nel rispetto di standard di qualità comuni, l’acquisizione di deleghe da parte della Regione Marche su temi di prioritaria importanza per il sistema imprenditoriale regionale, la possibilità di acquisire a maggiori risorse derivanti da accordi con altri enti e organismi nazionali ed internazionali (da destinare al sostegno del tessuto imprenditoriale), la razionalizzazione complessiva dei costi con conseguente incremento delle risorse per il sostegno del tessuto imprenditoriale. Una Camera unica così concepita andrebbe a rappresentare oltre 207.000 imprese e porrebbe la realtà marchigiana al quinto posto in Italia per consistenza del tessuto economico, dopo Milano, Roma, Torino e Napoli.

Il termine entro il quale Unioncamere nazionale è tenuta a predisporre i piani di accorpamento delle attuali 105 Camere di Commercio italiane (come previsto dalla riforma del sistema camerale contenuta nel D.Lgs.219/2016) è previsto per l’8 giugno 2017. Entro il mese di agosto sarà poi il Ministero dello Sviluppo Economico, sentite le Regioni, ad approvare la riorganizzazione dell’intero sistema. Alla seduta odierna del Consiglio camerale ha preso parte l’Assessora regionale alle Attività Produttive Manuela Bora che ha sottolineato come la Camera unica marchigiana dove andrebbero a confluire cinque realtà preesistenti costituirebbe una best practice nazionale e progetto pilota molto interessante.

«Quello che rimane prioritario – ha poi spiegato il Presidente Giorgio Cataldi- è la necessità di adottare un modello organizzativo che assicuri comunque il mantenimento dei presidi e delle specializzazioni nei territori di competenza, con adeguate forme di rappresentanza. Ora chiediamo alla Regione un impegno formale e concreto che individui le Camere di commercio come interlocutore pubblico strategico sulle tematiche prioritarie concernenti lo sviluppo e la competitività del sistema economico regionale, in coerenza con quanto la riforma ci chiede».

Per questo la Camera di Commercio chiede all’ente regionale deleghe per funzioni rispetto alle quali può dare un forte contributo per lo sviluppo del territorio alla luce del patrimonio di esperienze, dati, professionalità di cui dispone: promozione del turismo, valorizzazione del patrimonio culturale ed enogastronomico, internazionalizzazione supporto al placement ed all’orientamento al lavoro ed alle professioni, alternanza scuola-lavoro, digitalizzazione delle imprese, Registro Imprese e SUAP, qualificazione aziendale e dei prodotti, sviluppo della Macro Regione Adriatico Jonica.

LO SCENARIO DELLA CAMERA UNICA: 

LA GOVERNANCE Gli organi della Camera Unica sarebbero composti da 25 consiglieri e 8 componenti di Giunta, oltre il presidente MA l’adeguata rappresentatività territoriale potrebbe essere assicurata da organismi di indirizzo territoriale, a cui attribuire funzioni propositive su programmazione, bilanci, accordi con enti ed istituzioni locali, Università e mondo della scuola, come canale privilegiato di dialogo e confronto con i territori, a cui, in sede di predisposizione della Relazione Previsionale e Programmatica e del Preventivo Economico, potrebbero essere assegnate risorse per la realizzazione di interventi di sostegno economico finalizzato all’area ed ai distretti di riferimento.

LA SEDE Il modello organizzativo regionale potrebbe prevedere una sede legale nel capoluogo di regione e sedi distaccate nei capoluoghi di ogni provincia, nonché eventualmente una sede territoriale a servizio della fascia montana

I SERVIZI Se da una parte l’accorpamento a livello regionale determinerebbe un bacino di utenza più ampio e significativo in termini di massa critica di imprese, consentendo di accrescere le economie di scala e migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi, dall’altra si otterrebbe una diffusione su tutto il territorio regionale di competenze e servizi specializzati, erogati secondo standard di qualità comuni e format di successo replicabili, pur rispettando i punti di forza e le specificità dei singoli territori (colmando in tal modo le disparità oggi esistenti)

I COSTI La Camera unica appare la soluzione in grado di assicurare la maggiore razionalizzazione dei costi, comprimendo in particolare gli oneri di funzionamento (prestazioni di servizi, manutenzioni ordinarie, quote associative, etc.) in misura significativa; inoltre verrebbero centralizzati gli acquisti di beni e servizi, nonchè omogeneizzati e rafforzati quei complessi ed essenziali sistemi di gestione obbligatori nella P.A. (Ciclo di gestione della performance, Anticorruzione e Trasparenza, Codice dell’Amministrazione Digitale). Da un punto di vista economico, rispetto a due Camere di Commercio, la Camera unica regionale si configurerebbe anche per una maggiore solidità patrimoniale e finanziaria, riuscendo a fronteggiare efficacemente alcune criticità evidenziate anche dai dati contabili

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