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Verdicchio d’oro, un premio al sapore di resilienza che anticipa il cinquantennale della Doc

Flavio Corradini, Secondo Scanavino e Andrea Sisti riceveranno dal comune di Staffolo il riconoscimento per aver valorizzato la cultura enogastronomica. Appuntamento sabato 16 a Jesi e domenica 17 settembre al teatro Cotini dell'ente promotore

La conferenza stampa di presentazione del premio Verdicchio d'Oro

JESI – Una festa lunga 365 giorni per celebrare il cinquantennale della “Denominazione d’origine Controllata” (Doc) del Verdicchio dei Castelli di Jesi. L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) si prepara a celebrare, il prossimo anno, il “giallo paglierino” più famoso d’Italia, raccontandone la storia, le caratteristiche e le prospettive al di fuori dei confini nazionali. Correva infatti l’anno 1968 quando venne approvato il disciplinare di produzione con decreto del presidente della Repubblica. Jesi sarà ovviamente il fulcro di questa “narrazione”, potendo anche contare, dal prossimo mese di ottobre, sul nuovo polo enogastronomico regionale a palazzo Balleani.

Da sinistra Alberto Mazzoni (Imt Vino), Selena Morici (assessore del comune di Staffolo) e Mauro Magagnini (coordinatore territoriale dell’Associazione Italiana di Cucina)

Procede da ben 52 anni invece, evolvendosi continuamente, il premio nazionale di cultura enogastronomica “Verdicchio d’oro”, organizzato dal comune di Staffolo in collaborazione con il comune di Jesi (dal 2016), l’Accademia Italiana della Cucina e, appunto, l’Imt. Una manifestazione che quest’anno ha il sapore della resilienza, «della tigna tutta marchigiana che consente sempre di ripartire nonostante le difficoltà». A evidenziarlo, ricordando il terremoto, è Selena Morici, assessore alla cultura del comune di Staffolo.

Tre i premiati quest’anno: il professor Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino, Secondo Scanavino, presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, e Andrea Sisti, presidente nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali. Nomi illustri che vanno ad aggiungersi ai tanti che negli anni scorsi hanno ricevuto tale prestigioso riconoscimento.

Sabato 16 settembre, in Pinacoteca a Jesi, è in programma il convegno “Export: veicolo di ripresa dell’economia del territorio del Verdicchio”, al quale interverranno il sindaco Massimo Bacci, L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e alcuni giovani produttori locali. Domenica 17 settembre invece, si inizia alle ore 9.30 con l’esibizione della banda cittadina in centro storico, i saluti della sindaca di Staffolo, Patrizia Rosini e l’ingresso dei premiati al teatro Cotini di Staffolo. A seguire, il convegno “Il ruolo dell’enogastronomia marchigiana nella ripresa dopo il sisma” con tanti illustri relatori. Per poi lasciare spazio alle premiazioni, alla degustazione in enoteca e al pranzo accademico.

«Se penso al Verdicchio d’Oro – spiega l’assessora Morici – mi viene in mente l’araba fenice. Questa iniziativa vuole essere proprio un’opportunità di rinascita. Vogliamo parlare del nostro vino, della nostra terra, mettendo insieme i nostri punti di forza, le nostre peculiarità, al fine di restituire una voce corale che possa raccontare chi siamo. Da qui è nata la sinergia con Jesi». Una sperimentazione che proseguirà in futuro, come evidenziato anche da Mauro Magagnini, coordinatore territoriale dell’Accademia Italiana della Cucina.

Alberto Mazzoni, coordinatore Imt, annuncia nel contempo che il premio “Verdicchio d’oro” sarà parte integrante dei festeggiamenti per il 50esimo anniversario della Doc dei Castelli di Jesi che cade nel 2018. Ma il “palcoscenico” sarà ulteriormente ampliato. Verranno infatti premiati tutti coloro che parlano di Verdicchio, e del territorio di riferimento, nel mondo.

«A noi interessa portare il Verdicchio ovunque, non discuterne esclusivamente fra noi – sottolinea Mazzoni -. Ben vengano le sagre, ma la festa per il cinquantennale sarà un evento completamente differente, il più importante del 2018. L’agroalimentare delle Marche è l’elemento chiave per ripartire, il vino da solo non è sufficiente. Le esportazioni in aumento ci spingono a fare ancora di più. Fondamentale resta il supporto degli enti locali, oltre chiaramente a quello della regione».

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