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Valmusone, la crisi continua

Nel terzo trimestre 2016 sono nate 19 imprese artigiane e ne sono cessate 28. Nel corrispettivo periodo del 2015 le iscrizioni d'impresa erano state 43 e 41 le cessazioni

VALMUSONE – Frena lo slancio imprenditoriale nella Valmusone. Nascono meno imprese. «Troppe le difficoltà che tutti i giorni ostacolano la vita delle micro e piccole imprese. Chi vuole mettersi in proprio spesso è scoraggiato in partenza», afferma Paolo Picchio, segretario della Confartigianato di Osimo nel commentare i dati dell’artigianato dell’area a sud di Ancona.

Secondo un’elaborazione dell’ufficio studi Confartigianato su base Unioncamere-Infocamere, nel terzo trimestre dell’anno appena concluso sono nate 19 imprese artigiane e ne sono cessate 28 per un saldo negativo di meno nove. Nel corrispettivo periodo del 2015 le iscrizioni d’impresa erano state 43 e 41 le cessazioni, per un bilancio di nati mortalità complessivo di 2. Nei diversi settori artigiani i servizi alle persone hanno segnato un saldo di meno tre, meno due il manifatturiero, meno costruzioni e servizi alle imprese.

«Assistiamo a una decelerazione della dinamica imprenditoriale – continua Picchio – con un calo tanto delle cessazioni quanto delle iscrizioni di attività ma nelle iscrizioni il dato è davvero eclatante (lo scarto da 43 a 19). Le imprese sono già state pesantemente selezionate da anni di crisi e le nuove aperture sono scoraggiate da un clima di pesante incertezza che smorza l’iniziativa imprenditoriale».

Le difficoltà di tutti i giorni per le micro e piccole aziende del resto sono tante, troppe. La più grande, far fronte alle spese: la pressione fiscale è eccessiva, i costi di gestione alti e la burocrazia rende complicata e onerosa ogni procedura con una serie di adempimenti inutili, costosi in termini di tempo e denaro. Una macchina farraginosa da mille tentacoli, assolutamente da semplificare. Ulteriori criticità sono l’alto costo del lavoro, la scarsa liquidità a disposizione per i mancati o ritardati pagamenti e la contemporanea difficoltà di accesso al credito. Assieme ai bilanci aziendali soffre di logica conseguenza tutto il territorio su cui si riflettono le conseguenze della minore ricchezza prodotta.

La Confartigianato è pronta a partecipare a un dialogo condiviso con istituzioni e attori del territorio che abbia come meta finale la salvaguardia del “patrimonio produttivo”, composto dalle micro e piccole imprese diffuse sul territorio. Per rispondere a questa situazione sarebbe quantomeno opportuno investire sulla creazione di nuove attività che possano crescere e svilupparsi nel tempo a venire. Occorrono sinergia e strategie forti che puntino alla valorizzazione dell’imprenditorialità locale, all’individuazione delle nuove logiche di mercato, a un rafforzamento delle aggregazioni e delle reti di impresa e all’esportazione delle eccellenze. Gli artigiani sono la forza motrice dell’economia e intendono riportare questo territorio al dinamismo del suo passato.

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