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Vaccinazione obbligatoria, il Comune: «A Pesaro ancora esclusioni se inadempienti»

Dopo l'interrogazione targata Movimento 5 stelle, risponde l'assessore alle politiche educative Giuliana Ceccarelli: «La legge è chiara e il diritto alla salute è bene primario»

PESARO – Vaccini, ancora esclusioni in caso di inadempienze. È quanto ribadito in consiglio comunale dall’assessore alle Politiche educative Giuliana Ceccarelli in risposta all’interrogazione della consigliera Lisetta Sperindei (M5S). In aula anche diversi genitori del Comitato Salute e Diritti.

«Il servizio politiche educative – ha spiegato Giuliana Ceccarelli – per l’anno scolastico 2019/20 osserverà la norma senza discrezionali interpretazioni. Al termine dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia, l’elenco degli iscritti è stato inviato all’Asur la quale ha restituito l’elenco con indicazione dei soggetti non in regola con l’obbligo vaccinale. Il 25 giugno sono state spedite le raccomandate ai soggetti risultanti inadempienti con l’invito a depositare entro il 10 luglio la documentazione. La tempistica è differente per i nidi. La legge è chiara– ha concluso la Ceccarelli- si parla di requisito d’accesso e decadenza dell’iscrizione. La decadenza consiste nell’estinzione di un diritto per non aver adempiuto nei termini della legge all’adempimento vaccinale. In questo senso la mancata regolarità comporta la decadenza da iscrizione ai nidi o alla scuola dell’infanzia». L’interrogazione parlava di forzatura rispetto alle esclusioni che hanno generato ricorsi, diffide e querele incrociate tra genitori e dirigenti scolastici. Tutto rimbalzato in Procura dove risultano indagati decine di genitori.

Ceccarelli ha chiuso: «Una forzatura? La legge è chiara, il requisito di accesso è condizione per accedere alle scuole. -La copertura vaccinale intercetta il diritto alla salute che è tutelato dalla costituzione. L’Asur è pronta a far accedere anche senza appuntamento i genitori che vogliono vaccinare».

Lugli ha replicato: «In base alla legge 119, si parla di adempimento in caso anche di formale richiesta di appuntamento per le vaccinazioni. Invitiamo a non escludere i bambini, non vorremmo casi gravi di discriminazione con le forze dell’ordine davanti alle scuole. Rappresenterebbe un grave danno per l’inserimento educativo e sociale dei bambini e forte disagio per i genitori».

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