Attualità

Giorgio Donna ospite di UniMc: «L’università crea valore pubblico»

Professore di Economia aziendale e già capo dipartimento del Miur, ha parlato del ruolo dell'università nel territorio, descrivendo l'ateneo maceratese come un «motore culturale, sociale ed economico»

MACERATA – Giorgio Donna, professore di Economia aziendale e già capo dipartimento del Miur, il 22 maggio è stato ospite dell’Università di Macerata per un confronto sul ruolo dell’università in relazione al territorio, insieme ai docenti Matteo Turri dell’Università di Milano e Massimo Ciambotti dell’Università di Urbino.

Autore del libro L’università che crea valore pubblico – Modelli di strategia, governance, organizzazione e finanza per gli atenei italiani, Donna ha sottolineato come l’università non sia paragonabile a un’impresa, ma sia una presenza che arreca “valore pubblico”, che non significa profitto economico bensì capacità di corrispondere al meglio al proprio compito.

Nel suo contributo, Donna ha inserito UniMc tra gli Atenei Campus, caratterizzati da una presenza significativa di studenti in rapporto alla popolazione cittadina (nel caso di Macerata, pari a circa un quarto), unita alla capacità di attrarre iscritti non solo studenti locali. Per questo tipo di ateneo, è condizione vitale che la città in cui si trova dia rilievo e attenzione al contesto universitario.

«Insieme a un’offerta didattica e scientifica di qualità, l’Ateneo Campus deve offrire un ambiente urbano di servizi che sia in grado di attrarre una platea significativa di studenti», ha detto Donna. «Nell’Ateneo Campus il territorio è, in qualche modo, un fornitore dell’Università e quindi è importantissimo che il territorio, attraverso le sue istituzioni, dia supporto, perché l’Università svolge un’attività di particolare rilevanza sul piano economico e sociale».

Per gli stessi motivi, ossia per la grande responsabilità sociale gravante sull’Ateneo, UniMC è stata inserita anche tra gli “Atenei Faro” proprio in quanto motore culturale, sociale ed economico del contesto su cui si trova.

«Gli atenei attraggono investimenti e creano effetti indotti che non sono legati solo alla didattica e alla ricerca», ha affermato ancora Donna. «Gli studenti compensano a volte la peggiore rendita fondiaria urbana. Senza di loro la dimensione sociale del nostro centro storico sarebbe ben diversa. L’Università è anche un attore importante di rigenerazione urbana e, attraverso i processi di internazionalizzazione, promuove apertura mentale oltre che movimenti turistici attraverso convegni e l’accoglienza di docenti e ricercatori internazionali».

Dall’incontro è emersa anche l’immagine di un sistema universitario «platealmente e chiaramente sotto finanziato», caratterizzato, in positivo, da alta qualità e produttività della ricerca scientifica insieme a una buona produzione di laureati eccellenti contro un basso numero di laureati triennali, alto tasso di abbandono, basso premio del mercato del lavoro e fuga dei cervelli all’estero e dal sud al nord Italia.

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