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«Unire le forze per una mobilitazione prolungata»

Papale Crescenzo della sezione di Ancona del Pcl, nonché candidato sindaco per lo stesso Partito alle elezioni amministrative di Fabriano, spiega come uscire dalla situazione economica e sociale attuale della cittadina

La sede del Comune di Fabriano
La sede del Comune di Fabriano

FABRIANO – «Negli ultimi anni, sotto le amministrazioni di centrosinistra, Fabriano ha perso una parte cospicua del suo patrimonio produttivo: fabbriche chiuse o delocalizzate, ridimensionamento.

Fabbriche chiuse e sofferenza dell’indotto hanno causato una perdita enorme di posti di lavoro, di capacità e di ricchezza per la città» dichiara Papale Crescenzo della sezione di Ancona del Pcl, nonché candidato sindaco per lo stesso Partito alle elezioni amministrative di Fabriano.

«Purtroppo, i dati forniti dal Centro per l’impiego di Fabriano fotografano una situazione drammatica: in sei anni i disoccupati sono raddoppiati e superano la soglia dei 5000. Addirittura se aggiungiamo anche i lavoratori in mobilità che potrebbero aggiungersi alla lista dei senza lavoro si supererebbero le 6000 unità e su una popolazione attiva, fra i 14 e i 65 anni, la percentuale di disoccupazione raggiunge il 25%. Le politiche di attacco al lavoro, di privatizzazione, di tagli sociali, continueranno purtroppo anche a Fabriano sia che vinca il centrosinistra, sia che vinca il centrodestra» aggiunge Papale.

La ricetta nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori di fronte alla drammatica situazione economica e sociale è quella di costruire un coordinamento operaio delle aziende in crisi e in lotta, con delegati eletti in tutti i posti di lavoro, a cui deve essere affidata la reale direzione della lotta.

«Occorre unire le forze nella prospettiva di una mobilitazione prolungata, sostenuta da una comune cassa di resistenza, attorno ad una piattaforma unificante che raccolga tutte le emergenze imposte dalla crisi: blocco generale dei licenziamenti; promozione a tutti i livelli la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operai delle aziende che falliscono o licenziano; patrocinio ufficiale del Comune a tutte le azioni di lotta per il lavoro; ripartizione generale del lavoro tra tutti, a parità di salario. Se c’è la crisi e c’è poco lavoro, quel lavoro va ripartito fra tutti in modo che nessuno ne sia privato; indennità di disoccupazione per tutti coloro che cercano lavoro e per i giovani in cerca di prima occupazione».

Per finanziare questo piano nazionale, «occorre abolire gli sprechi veri che non sono la sanità, pensioni, scuola, diritti, ma sono le varie infinite forme di assistenza pubblica al capitale e al suo profitto, al suo parassitismo finanziario. La nostra logica non è quella di gestire l’esistente, ma di rompere con le sue leggi», conclude il candidato sindaco del Pcl.

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