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Trasporto ferroviario, le Marche investono zero

Legambiente presenta Pendolaria, la fotografia dell'Italia che viaggia in treno. L'investimento sul bilancio regionale è nullo. Ma ora non si può più rimandare, secondo l'associazione ambientalista

ANCONA – Legambiente presenta Pendolaria, il rapporto annuale sullo scenario del trasporto ferroviario pendolare. Il report parla chiaro, le Marche sono il fanalino di coda del Paese in termini di investimenti in infrastrutture e servizi.

I numeri:  Sono oltre 29mila i cittadini che tutti i giorni viaggiano sui 391 chilometri di linea ferroviaria che percorre le Marche con 172 corse giornaliere. Una utenza che ha visto, ad oggi, un taglio al servizio regionale ferroviario marchigiano del 2,2% su un’offerta già non particolarmente competitiva, con risorse regionali per servizio e materiale rotabile, tra il 2005 e il 2015, di 2,06 euro per abitante all’anno. In questo scenario l’investimento sul bilancio regionale è dello 0%, dato che colloca le Marche tra le ultime Regioni. 

Il tempo passa: Dettagliatamente il rapporto fotografa la situazione della mobilità su rotaia nelle Marche dove si contano 68 treni la cui età media è di 18,2 anni, con il 44,2% del materiale rotabile che supera i 15 anni. Per i servizi aggiuntivi ed il materiale rotabile dei treni pendolari nel periodo 2005-2015, inoltre, le Marche hanno investito solo 34,7 milioni di euro. Per capire la portata della cifra basti pensare che infrastrutture stradali ed autostradali hanno visto investimenti complessivi per circa 1.530 milioni di euro.

L’allarme di Legambiente Marche: «Quello 0% non è accettabile e investire di più sul trasporto ferroviario è una scelta non più rinviabile per le Marche.- commenta Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche – È anche dovere delle Regioni interessate provare ad unire le proprie risorse e fare richieste condivise sui treni di media e lunga percorrenza. È il caso, ad esempio, degli Intercity tra Abruzzo, Marche ed Emilia-Romagna, che in alcuni territori effettuano un servizio locale di vitale importanza oltre a trasportare in maniera più economica le persone da una parte all’altra del Paese». In particolare, nel caso delle Marche, ma anche dell’Umbria, permangono anche problemi infrastrutturali come il mancato collegamento ferroviario Orte-Falconara con la linea Adriatica, il cui intervento è stato finanziato con 210 milioni di euro e la conclusione dei lavori è prevista solo per il 2017. Un’opera strategica per tutto il traffico merci e passeggeri del centro Italia e del Nord-Est, di fondamentale importanza anche per tutti quei pendolari che effettuano quotidianamente un tragitto interregionale, come sulla tratta Fossato di Vico-Orte dove sono stimati circa 2,1 milioni di passeggeri annui. «La prova che investire e potenziare il servizio ha portato ad ottimi risultati lo dimostra l’investimento fatto da Regione Marche e Provincia di Ascoli Piceno con fondi Fas sulla linea Ascoli-Porto d’Ascoli. – conclude Pulcini – I lavori di elettrificazione della linea, con 9,5 milioni di euro, e per l’eliminazione dei passaggi a livello sempre della stessa tratta, con 3,3 milioni di euro, hanno permesso un aumento di viaggiatori del 30%, circa 3 milioni di unità complessive l’anno».

La buona notizia:  La stazione di Ancona Stadio finalmente vede il passaggio di 8 coppie di treni al giorno, rendendola fruibile ai passeggeri dopo che dall’inaugurazione del 2011 per anni aveva il transito di pochissimi convogli. Un esempio in positivo di come queste strutture rappresentino un punto di riferimento per le comunità locali, se ben gestite.

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