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Terza corsia autostrada A14: Regione Marche a confronto con i sindaci per rilanciare il progetto

Incontro tra Acquaroli, Baldelli e Castelli con gli amministratori dell'Ascolano e del Fermano. Società Autostrade disponibile ad esaminare l'opera. Ma resta il nodo finanziario : ipotesi project financing

ASCOLI PICENO – Qualcosa si muove sull’annosa questione della terza corsia autostradale nel sud delle Marche. Almeno nella volontà delle istituzioni locali di cominciare a vedere se il problema può essere affrontato. Per risolvere in parte l’impatto molto negativo del traffico durante i mesi estivi, dipendente dal tracciato stesso di un’infrastruttura costruita oltre 40 anni fa, per un numero molto diverso di veicoli in circolazione lungo la fascia adriatica. Un’opera che, soprattutto nel tratto delle gallerie tra Pedaso e San Benedetto, negli ultimi 3 anni ha fatto da imbuto alla circolazione di auto e mezzi tra il Nord e il Sud d’Italia, a causa delle conseguenze pesantissime di gravi incidenti e dei restringimenti di carreggiate e viadotti.

Per cercare di modificare la situazione, così come più volte richiesto da industriali, artigiani, associazioni di categoria e amministratori locali, la Regione Marche ha avviato un confronto con i sindaci delle province interessate, quelle di Fermo e Ascoli.

Un incontro sul tema si è svolto in modalità da remoto, tra gli assessori agli enti locali, Guido Castelli e alle infrastrutture Francesco Baldelli, con gli amministratori della zona coinvolta.

Secondo Castelli la società Autostrade per l’Italia si sarebbe detta disponibile ad esaminare le problematiche connesse alla realizzazione della terza corsia dal casello di Porto Sant’Elpidio a quello di San Benedetto.

«Vogliamo stabilire una procedura di coinvolgimento preventivo e concreto sulla praticabilità di certe scelte – ha sottolineato l’assessore agli enti locali, ex sindaco di Ascoli – per avviare anche un confronto con Autostrade in maniera da evitare gli errori del passato. Dobbiamo essere coesi per portare concretezza sui tavoli romani, e per questo c’è bisogno di un impegno espresso e concreto da subito per poter ragionare sui tracciati e sulle soluzioni possibili fin da ora».

Dunque o si va tutti uniti al tavolo con il Governo, o meglio lasciar perdere. Perché la complessità tecnica dell’opera, compreso un eventuale arretramento proposto nel passato da alcune forze politiche, e le rilevanti risorse necessarie alla sua costruzione, non possono essere superate senza una compatezza dei Comuni costieri e delle popolazioni locali.

Partendo dai fondi per la progettazione dell’infrastruttura, come ha ricordato nel corso dell’incontro l’assessore Francesco Baldelli, per poi inquadrare il programma nel rilancio di tutto il sistema dei trasporti della regione Marche, nei suoi nodi e assi strategici.

Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato, nello stesso confronto con i sindaci dal presidente della Regione Francesco Acquaroli che ha condiviso con gli altri membri della Giunta la necessità di pensare ad un ammodernamento complessivo della rete viaria, non solo di quella costiera. Dunque, considerando anche il completamento della Mezzina da Casette d’Ete fino al raccordo ‘Ascoli-Mare”, la realizzazione della Pedemontana da Sforzacosta di Macerata ad Amandola, Comunanza ed Ascoli Piceno. Senza escludere i collegamenti tra le valli interne, per rendere più competitive le imprese mettendo in rete le zone industriali presenti nelle varie aree.

«Stiamo approntando uno studio di fattibilità – ha detto Baldelli – che coinvolga il tracciato da Offida fino a Campiglione di Fermo, dove è in corso la costruzione di un ospedale: un nodo strategico per la viabilità connessa alla struttura sanitaria».

Secondo gli esponenti della Regione, i numerosi sindaci e amministratori locali intervenuti alla riunione hanno espresso un’adesione di massima alla realizzazione della Terza corsia, facendo presente che esiste già una progettazione avanzata da parte di Società Autostrade fino a Pedaso. Una progettazione che sarebbe una buona base di partenza per rilanciare il percorso e che verrà riproposta in un prossimo tavolo tecnico con Ministero e concessionaria.

Resta il nodo dei fondi necessari e molto ingenti per poter concretizzare, almeno nel lungo periodo, l’opera in questione. L’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) nell’autunno scorso aveva promesso lo stanziamento di 1,3 miliardi per realizzare l’ampliamento dell’A14. Ma a gennaio di quest’anno le associazioni di categoria, Cgia in testa, avevano scoperto che nel piano industriale di Autostrade non c’era traccia di questi lavori. Da qui una nuova ondata di polemiche, che aveva riportato la terza corsia al centro dei dibattito politico ed economico regionale.

Dove si troveranno allora questi fondi? Per Castelli «il Recovery Plan non potrà essere strumento finanziario  impiegabile per opere viarie strategiche», ma ci sono programmi europei che finanzieranno la rete denominata CORE , cioè l’intero tratto Ancona-Bari da realizzare entro il 2030.

Preferibile, tuttavia, secondo l’assessore regionale pensare anche a iniziative di project financing con il Cipe ( Comitato interministeriale per la programmazione economica), che prevedano un recupero degli investimenti attraverso il pedaggio. La strada, è proprio il caso di dire, è ancora lunga.

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