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Tecnowind: nessuna risposta dal Fondo Usa

I sindacati hanno riunito in assemblea i lavoratori dell'azienda fabrianese che produce cappe. Salvaguardare retribuzioni e livelli occupazionali diretti ed indiretti, le priorità delle parti sociali

Sede di Fabriano della Tecnowind

FABRIANO – Si cerca un piano B per la Tecnowind. L’ultimatum per la presentazione di un documento di garanzia, richiesto al fondo made in Usa che si era fatto avanti per l’acquisto dell’azienda fabrianese, è scaduto. Rimane in piedi l’offerta vincolante, almeno fino al 31 gennaio. Per i sindacati occorre iniziare a trovare una soluzione alternativa.

La vertenza Tecnowind continua ad agitare lo scenario cittadino. Questa mattina, 20 gennaio, si sono svolte le assemblee dei lavoratori – circa 285 diretti, quasi 500 considerando l’indotto – con i rappresentanti sindacali di Fiom-Fim-Uilm. Un’assemblea per informare le tute blu a seguito dell’incontro avuto ieri, 19 gennaio, in Regione. «La proprietà ci detto ufficialmente che la risposta all’ultimatum, rispetto alla presentazione di un documento di garanzia richiesto al fondo statunitense, fissato per martedì 17 gennaio alle 18, non è arrivata. Allo stato attuale rimane in essere la proposta vincolante di acquisto fino al 31 gennaio, data – per l’appunto – della scadenza» hanno ribadito in una nota le parti sociali, Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) aziendali comprese.

La Regione, a fronte di una situazione che si sta facendo sempre più complessa, convocherà al più presto il nuovo consiglio d’amministrazione dell’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti, insediatosi da poche settimane. «La riunione servirà a capire, in tempi utili, le intenzioni per garantire continuità all’azienda», scrivono i sindacati. «Da parte nostra abbiamo ribadito che è indispensabile lavorare affinché siano garantiti, oltre alle retribuzioni dei lavoratori, anche i livelli occupazionali della Tecnowind e di tutto l’indotto».

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